Sono nato, nel 1934, in un ridente borgo della Romagna - Brisighella, che confina con la Toscana da una famiglia povera. Mio padre, non avendo aderito al fascio, si doveva arrangiare a cercare qualche giornata di lavoro in campagna. Nel 1938 si avvicinava la guerra e non trovando nemmeno una giornata di lavoro emigrò per due anni in Germania dove, assieme alla famiglia era già emigrato dal 1900 al 1910. Nel 1913/14 fu coinvolto nella “settimana rossa” e, a seguito di questo episodio, spedito come militare per 6 anni in Libia. L’avvento del fascismo lo costrinse ad emigrare in Francia per 4 anni.
Appena iniziai a frequentare le elementari cominciai anche a servire messa e dopo la quinta elementare dimorai quasi tre anni nel seminario vescovile di Faenza da cui fui ritirato da mia madre per denutrizione ed un conseguente principio di TBC. Dalla fine del 1948 fino al ’53 ho lavorato prima con mio padre a spaccare le pietre, poi come garzone, da meccanici, a Brisighella e Faenza. Nel 1953 fui eletto capolega dei braccianti e dei contadini (i mezzadri). Brisighella era un comune agricolo di 14.000 abitanti (oggi sono meno di 10.000) in gran parte sparsi in campagna ma accorpati in 51 parrocchie.