1991 - Intervento

 

INTERVENTO AL CONSIGLIO GENERALE CGIL - PUBBLICATO SU RASSEGNA SINDACALE

Noi crediamo che i compagni dell'Inca debbano partecipare al dibattito congressuale della Cgil, anche se l'Inca non ha una base sociale, per portare un contributo creativo, ben al di là della mozione anche appoggiamo, per dare contenuti e gambe alla strategia dei diritti, della solidarietà, della confederalità.

In particolare si deve insistere, rispetto alla solidarietà ed ai diritti, sul valore dello stato sociale (non ci sono sostanziali differenze tra le due mozioni) di cui la tutela ne è la conseguenza, per chiedere a tutte le strutture sindacali maggiore coerenza rivendicativa e organizzativa.

Nelle assemblee comprensoriali dell'Inca, a cui oltre ai delegati della sicurezza sociale è necessaria la presenza delle strutture sindacali, è opportuno, per non dire necessario, verificare la quantità e la qualità della tutela garantita, con particolare riferimento all'invalidità (da lavoro, civile, per malattia) all'assistenza, alle prestazioni socio-sanitarie, alle prestazioni del vasto mondo dell'impiego pubblico.

In particolare va riaffermata la specificità del servizio Inca in quanto la sua attività ha carattere solidaristico, attiva contenzioso individuale e provoca modifiche nella legislazione e alle normative, sollecita ed aiuta la vertenzialità per rimuovere le cause, cominciando da quelle che provocano infortuni e malattia, contribuisce a migliorare la legislazione sociale.

Occorre, ecco l'altro punto, accrescere l'efficienza e l'efficacia del servizio per far fronte all'evoluzione sociale, alle incertezze nel campo dei diritti. A questo fine è fuorviante la discussione sull'organizzazione diretta o indiretta. Diventa invece non più rinviabile una profonda riorganizzazione del servizio Inca nei comprensori, sulla base di adeguati bacini d'utenza, va ridefinita la dislocazione degli uffici, le professionalità necessarie, l'organizzazione del lavoro, l'articolazione delle presenze nel territorio e nei luoghi di lavoro, i supporti specialistici legali e medico-legali.

Sempre più importante, per non dire di più, diventa la scelta dei dirigenti degli uffici, la nomina dell'organismo di gestione, l'autonomia funzionale (quadri, risorse, promozionalità, organizzazione del lavoro) e la verifica.

L'autonomia gestionale o funzionale impone anche la revisione dello Statuto della Cgil ed in tal senso abbiamo avanzato una prima proposta che porteremo al congresso.

L'Inca vuole essere una forza propulsiva per lo sviluppo della politica dei diritti e quindi dei servizi che la Cgil intende attivare. Siamo per centri di servizio dove comune sia la gestione della struttura, dove si individuino tutte le interconnessioni tra le prestazioni, dove si sviluppi una forte promozione. Come Inca vogliamo allargare l'area della tutela, in particolare nelle grandi aree urbane dove il patronato è più debole. E' nelle città che si accumulano tutte le contraddizioni, dove più ampia è la gamma dei diritti violati o non goduti e dei bisogni: in Europa non possiamo dimenticare che di fatto siamo la Cgil in quei paesi, in vista del '93, dobbiamo migliorare il lavoro e l'organizzazione ridefinendo la presenza e allargando il nostro intervento verso la legislazione di quelle nazioni.

Ci sono poi altri problemi che vanno affrontati: mi riferisco alla legislazione che regola la vita del patronato ed il finanziamento pubblico, ma che non possono trovare ovviamente spazio adeguato, dato anche il carattere del dibattito congressuale, che comunque sono all'ordine del giorno.

Invece nel dibattito occorre insistere affinchè i sindacati di categoria assumano la tutela come una loro prerogativa e dovere e operino di conseguenza e con coerenza, incominciando dai luoghi di lavoro.

Devono individuare i delegati della sicurezza sociale e garantire loro l'agibilità. Questo delle categorie e dei delegati è un passaggio obbligato ed è valido anche per quelle categorie la cui base è organizzata nel territorio (stagionali, precari, pensionati).

Mi pare che i 1.600 compagni dell'Inca possono e debbono avere uno spazio "reale" nel dibattito congressuale e che vi possano portare un contributo non secondario, forte di una concreta esperienza nel campo dei diritti.

 

Data documento: 
Giovedì, 16 Maggio 1991
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