2004 - Il ruolo politico dell'Associazione Articolo 3
Dopo un anno di impegno, di tentativi, di costruzione e realizzazione di iniziative mi pare di poter esprimere un giudizio basato sull'esperienza e per produrre le correzioni necessarie per migliorare l'attività dell'associazione.
E' possibile, ed è il dato politico più importante, far politica con modalità diverse da quelle praticate normalmente dai circoli di partito.
D'altra parte il progetto approvato dalla Federazione di Roma ed alla cui realizzazione abbiamo lavorato, era conseguente la scelta del congresso di "innovare", di "sperimentare" a fronte di una crisi complessiva del "modello" partito che ha investito pesantemente anche Rifondazione Comunista e di cui la spia certa è il tesseramento.
L'Associazione Articolo 3 è una struttura della nostra federazione, del partito, anche se l'associazione opera con modalità propria, conseguente anche la sua natura giuridica.
L'obiettivo è far crescere la critica al sistema, aggregare persone, promuovere azioni di lotta, di contestazione anche individuali.
Penso che dovremmo operare, come associazione, ma anche come partito, per:
- creare un coordinamento delle associazioni di sinistra
- cercare di acquisire voce dentro l'Arci
- aiutare a realizzare esperienze analoghe a questa in qualche altra parte di Roma (altre associazioni)
- costituire un'associazione di pensionati. Nei sindacati di categoria vi è spesso contestazione, anche ribellione, a determinate scelte e comportamenti della Confederazione. Il sindacato dei pensionati è invece, nella Cgil, la base di massa (quasi 3 milioni di iscritti) moderata ed un grande collettore di consensi per il PD. Questa dell'associazione dei pensionati è un'esperienza che potremmo tentare a Roma per poi estenderla in altre parti d'Italia. Ma questa ipotesi, sollecitata dalla Direzione Nazionale del PRC, si realizza se c'è l'impegno della Federazione: come associazione Articolo 3 non ce la facciamo.
Attualmente l'associazione conta 520 iscritti, solo il 20/25% sono iscritti al PRC. Non stiamo insistendo per il tesseramento all'associazione, ma è necessario che i compagni e le compagne di Rifondazione si iscrivano, tenendo conto che l'associazione è in grado di fornire buoni servizi nel campo dei diritti, a cominciare dal supporto legale.
Non sono, è una mia opinione, maturi i tempi per "rappresentanze" (più o meno formalizzate) dei DS, dello SPI ed altri negli organismi dell'associazione. E' una questione però da tener presente e non da escludere a priori. Invece sarei per verificare se inserire nel Consiglio una rappresentanza per l'Arci: penso si potrebbero organizzare alcune iniziative insieme.
Abbiamo modificato lo Statuto, prevedendo un minimo di 7 ed un massimo di 11 membri del Consiglio Direttivo. L'obiettivo era quello di inserire sensibilità ed esperienze, nonché risorse operative. Di conseguenza, al di là della formalizzazione, inizieranno ad operare con noi alcuni compagni e compagne con esperienze negli Enti Locali, nel Forum delle donne e nei giovani.
Tematiche come la differenza di genere e le problematiche giovanili sono "fondanti" e "vitali"per il nostro partito e per l'associazione.
Bisogna ricostruire idealità forti se si vuole un partito vero. E le idealità (dopo la sconfitta sancita dal crollo dei sistemi socialisti) diventano una priorità per la Rifondazione Comunista. Le idealità si costruiscono con i giovani e per i giovani: loro sono il presente ed il futuro.
Credo che l'attività di questo anno ci porterà, con le dovute correzioni, a confermare scelte più compiute e sperimentate nel 2003:
- impegno nel campo dei diritti individuali e collettivi
- attività di tipo sociale, culturale, promozionale
- spazio a chi non ha spazio
Rispetto a queste scelte:
diritti - dobbiamo assolutamente affinare e attivare "energie" trovando le risorse umane ed economiche necessarie. Tra l'altro dobbiamo, o dovremmo, diventare riferimento nazionale per le questioni previdenziali (Liberazione).
Significa metterci in grado di dare informazione su tutto, ma in modo critico, combattivo, contestativo. A questo fine vanno individuate una o più persone che sanno, che si informano e fanno un ultimo tentativo con la Cgil.
Penso che potremmo dar vita ad un bollettino informativo sui diritti da rendere disponibile su internet, da inviare agli iscritti all'associazione e al partito, da diffondere nei centri anziani ecc. ed in altri luoghi.
Penso ad una campagna su "è giusta la misura della tua pensione?". L'Inps invierà, entro gennaio, ai pensionati una busta con documenti e moduli da restituire.
Penso ad una grande campagna sui 730, fisco e salario. Penso ad una vertenza con il Comune sul livello del reddito che esclude tanti dai servizi e dall'assistenza.
Tra l'altro nel campo dell'assistenza, gli Enti locali cumulano residui passivi.
Penso al piano regolatore sociale e l'impegno dei nostri eletti nelle istituzioni ad agire su un terreno così ampio (disagio sociale) con proposte e con un rapporto attivo con i cittadini.
E' questo un nodo che non abbiamo sciolto, un punto di una precisa deliberazione del CPN che non ha trovato riscontro. Non mi interessano le responsabilità, ma chiedo un chiarimento e di compiere una scelta. Di decidere.
Spazio a chi non ha spazio:
- continuare a mettere a disposizione delle famiglie i locali per le ricorrenze
- i locali sono, previo accordo sulle date, a disposizione del partito (federazione e direzione). Ritengo che certe iniziative della Federazione di Roma del Prc, di carattere aperto, riescano meglio nella sede di un'associazione che nei locali della Federazione. La sede però non è utilizzata dal partito
- aiutare, sollecitare, collaborare con associazioni, comitati, gruppi, a svolgere attività. A febbraio vi sarà l'iniziativa dei gay. Da febbraio troverà spazio (ufficio) l'associazione Papillon (detenuti).
Attività dell'associazione: - Credo che i tagli dati all'iniziativa sulle pensioni, sulla scuola, sulla fecondazione assistita, siano quelli giusti: confronto aperto, indicazioni di lotta con il coinvolgimento di soggetti preposti e interessati nella preparazione.
Penso ad altre iniziative: la sottoscrizione a sostegno dei lavoratori dei trasporti pubblici lanciata da Liberazione, come occasione di dibattito sul diritto di sciopero e la democrazia sindacale. Quindi una serata (cena a sottoscrizione) organizzata con il giornale e con la Federazione.
Penso ad un confronto sui diritti dei fumatori e non fumatori, organizzato assieme alle associazioni , oltre ad esperti.
Penso (questa è più ricreativa) di proporre un giorno di festa (carnevale) per i bambini delle scuole, con i tanti che hanno festeggiato qui il loro compleanno.
Dobbiamo, poi, forse con una formula diversa, riprovare a presentare libri, ad organizzare proiezioni e serate conviviali e piatti etnici.
Al momento prendo atto che un'attività sociale tipo "ritrovo" non è decollata. Per la verità mi interessa relativamente che qualche persona giochi a carte di pomeriggio.
La vendita dei prodotti non ha avuto un riscontro positivo, né quello dei libri, né le iniziative turistiche. Sono per riprovare e per insistere.
Altro filone è la formazione, avendo ben presente i limiti dati per non essere un istituto professionalmente riconosciuto. Possiamo soddisfare interessi di nicchia e non di massa. Bisogna continuare a sperimentare.
In ogni caso: possiamo dare una positiva risposta all'alfabetizzazione degli immigrati, anche se non possiamo rilasciare attestati. Quindi un "servizio" ai circoli di Roma e a gruppi o associazioni che hanno questa esigenza.
Mi piacerebbe molto che il partito organizzasse un corso di formazione, non di indottrinamento. Un corso che stuzzichi, che interessi, di alta qualità, ad esempio sula storia del secolo passato a cui partecipare, anche pagando.
Per quanto riguarda invece i progetti finanziabili dall'Ente locale, importante è il finanziamento per la vita dell'associazione, ma anche il suo uso sociale e politico. Possiamo svolgere attività sociali di promozione, possiamo attivare inchieste (precariato), possiamo "informare".
Non sarà facile e non so che risultati otterremo, cioè quanti e quali progetti verranno approvati. Abbiamo anche il limite di non essere una cooperativa o Onlus, quindi di non poter accedere a finanziamenti più consistenti e con finalità anche di gestione economico/commerciali permanenti.
I DS attingono risorse in quantità con l'attività sociale, noi di Rifondazione No.
Altra considerazione: con il solo volontariato non siamo in grado di gestire questo centro e portare avanti l'insieme delle attività programmate non è facile, cioè garantire gli orari di apertura in modo rigido, gestire la ristorazione, non una sera ma tutto l'anno, garantire la pulizia, le manutenzioni, i rifornimenti, la distribuzione della propaganda, il sistema informatico, la contabilità, gli atti "formali" obbligatori, i bilanci, i libri dei verbali, ecc. e potrei continuare: non secondaria poi è la ricerca di risorse economiche.
Sono per garantire alcuni rimborsi per le attività che vanno oltre il normale impegno di volontariato, in relazione a progetti finanziati, in relazione a determinate iniziative.
Credo che una buona gestione richieda precise e verificabili responsabilità, condizione per una "reale" collegialità.
Dopo un anno l'ufficio dell'associazione va riorganizzato con gli indirizzari, l'archivio delle iniziative e materiali prodotti, il sistema informativo, gli atti formali (bilanci, verbali, ecc.), l'inventario dei beni.
Per quanto riguarda l'amministrazione, lo Statuto dell'associazione non prevede organi di controllo, ma propongo di istituire due o più compagni o compagne con la funzione di revisori.
Queste sono le questioni su cui riflettere e che vanno verificate per sviluppare l'esperienza dell'associazione.
Alcune di queste considerazioni sono state utilizzate per interventi