2007 - Articolo per Liberazione (senza data, presunta 2007)
L'aumento delle pensioni minime, il TFR e i fondi pensione
L'accordo tra governo e sindacati che prevede l'aumento delle pensioni minime presenta luci ed ombre e lascerà con l'amaro in bocca milioni e milioni di anziani. E' certamente importante che vengano aumentati dal 2008 gli importi delle pensioni a 3 milioni e 100 mila anziani e ritoccati quelli di 300 mila pensioni assistenziali percepite da ciechi, sordomuti e invalidi civili.
E' importante che si eroghi per l'anno 2007 un una tantum che va da 327 a 392 euro.
E' importante che gli aumenti siano collegati agli anni di contribuzione versata: è il riconoscimento che le pensioni contributive hanno subito una perdita del loro potere d'acquisto.
E' importante che si preveda uno stanziamento di 267 milioni di euro per il 2008, di 234 per il 2009 e 200 per il 2010, con l'obiettivo di favorire il riscatto degli anni di studio (laurea) e la totalizzazione dei contributi maturati in gestioni diverse.
Il provvedimento prevede che gli aumenti siano concessi solo a quegli anziani che hanno un reddito inferiore ai 650 euro al mese: dal reddito è esclusa l'abitazione se di proprietà, l'assegno al nucleo familiare ed eventuali redditi a tassazione separata come ad esempio il TFR.
Dagli aumenti sono esclusi più del 70 per cento dei pensionati e tra questi quei circa 4 milioni che percepiscono tra i 650 e i 1.200 euro al mese e che hanno crescenti difficoltà a vivere dignitosamente. L'importo medio degli aumenti è di 256 euro l'anno (entità dello stanziamento diviso per il numero degli interessati), sono circa 20 euro al mese per tredici mensilità. Gli aumenti verranno pagati ogni anno in un un'inca soluzione a luglio. L'aumento non è uguale per tutti. Riceveranno 336 euro annui (25,84 al mese) quanti hanno maturato una contribuzione fino a 15 anni; 420 euro (32,30) per una contribuzione tra i 15 e i 25 anni e 504 (38,40) per una contribuzione superiore. Per i lavoratori autonomi la contribuzione di riferimento per gli aumenti di anni 18 e 28.
La media degli aumenti è inferiore a quanto previsto per le singole fasce in quanto vi è un certo numero di anziani che percepiscono una pensione o hanno un reddito di poco inferiore ai 650 euro. I titolari della sola pensione di reversibilità riceveranno il 60% dell'aumento sempre se non superano 650 euro mensili.
L'aumento viene concesso solo ai pensionati che hanno compiuto i 64 anni sia se uomini sia se donne. E' una misura che penalizza in particolare i percettori di pensioni di invalidità (pensione legata alla condizione fisica e non all'età), di reversibilità (pensione conseguente alla morte del coniuge) e soprattutto le donne che maturano il diritto alla pensione di vecchiaia a 60 anni. Si limita la platea dei beneficiari dell'aumento con il limite di reddito o la misura dell'età. Il provvedimento assume n parte carattere assistenziale in quanto è subordinato al reddito. Non solo, sembra voler indicare per il futuro in 64 anni l'età per il diritto alla pensione sia per gli uomini che per le donne. Il provvedimento prevede inoltre uno stanziamento di 100 milioni per la rivalutazione annuale delle pensioni a favore di quei titolari che ricevono assegni superiori anno 2006 ad euro 1.258 al mese. Viene eliminata la riduzione del 10% della percentuale di rivalutazione per la quota di pensione che va da 1.261,30 euro a 2.120,15 è una misura a favore delle pensioni medio, alte e d'oro.
Il provvedimento può essere migliorato in Parlamento. Dipende dalle risorse aggiuntive che si riuscirà a strappare. Abbiamo dimostrato e nessuno ci ha smentito, che le risorse ci sono sia per aumenti consistenti delle pensioni, sia per l'abolizione dello scalone, sia per la contribuzione ai fini pensionistici per i giovani e le ragazze costretti per anni lavori precari. Per memoria ricordiamo che il bilancio Inps si avvia a chiudere il 2006 con un avanzo consistente pari a circa 4 miliardi; che l'unificazione degli enti previdenziali può portare a risparmi annui di 2-3 miliardi; che è inaccettabile caricare sull'Inps il deficit annuale superiore a 1 miliardo e 200 milioni dei dirigenti di azienda; che è possibile e doveroso recuperare almeno il 10% dell'evasione contributiva che si avvicina ai 40 miliardi annui; che l'Inps ha un "tesoro" nascosto rappresentato dai 38 miliardi di crediti in gran parte nei confronti delle imprese a cui potrebbe attingere... e tralasciamo gli oneri assistenziali che ancora pesano sulla previdenza integrativa.
Tutti sanno che il sistema previdenziale è più che in equilibrio oggi e non corre rischi per molti anni.
Tutti sanno che la pensione integrativa è un palliativo, uno specchietto per le allodole e che questa scelta è destinata a fallire.
Le risorse
Il fondo lavoratori dipendenti privati è in attivo. II passivo è il fondo dei lavoratori autonomi in quanto la loro contribuzione è inferiore di un buon terzo rispetto a quella dei dipendenti, perchè sono messi sullo stesso piano gli artigiani che lavorano manualmente con gli operai, le macchine e tecnologie moderne. Lo stesso dicasi per le botteghe o piccoli contadini e le aziende agricole e commerciali con decine di dipendenti. Il deficit del loro fondo non può continuare ad essere pagato dal lavoro dipendente.
All'Inps sono confluiti i fondi dei ferrovieri, elettrici, trasporti, telefonici quando sono entrati in crisi. Ma i loro trattamenti, legittimi, sono doppi di quelli medi dei dipendenti, 9000 euro medie annue, rispetto a 2000 euro.
Il fondo dirigenti di azienda è stato scaricato da Berlusconi sull'Inps: 104.000 pensionati, 44.000 euro annui di pensione, un deficit di un miliardo e 2 (anno 2005).
Sui fondi speciali, su quello dei lavoratori autonomi, va avviato un ragionamento serio che porti a far sì che ogni comparto (lavoro dipendente, lavoro autonomo, professionisti) garantisca l'equilibrio del suo fondo.
Le evasioni dei contributi previdenziali sono stimate dall'Inps in 34 miliardi nel 2005, le ispezioni dal 2003 al 2006 sono diminuite, si passa dalle 144.000 del 2003/2004 alle 132.000 del 2005 alle poco più di 100.000 nel 2006 e le aziende irregolari passano dal 61% del 2003 all'80% del 2006.
I crediti che l'Inps vanta verso le aziende ammontano a 38 miliardi: sono crediti definiti ma per le aziende è comodo non versare, l'Inps è una banca generosa.
Unificazione degli Enti previdenziali produrrebbe un risparmio di 3 miliardi.
Per l'anno 2007 l'aumento dell'aliquota contributiva per i lavoratori dipendenti, gli autonomi ed altri e la regolarizzazione di 400/600.000 immigrati porterà nelle casse dell'Inps circa 6 miliardi.
Non siamo in grado ancora di quantificare quanto l'assistenza e le agevolazioni contributive alle aziende pesano ancora sulla previdenza.
Proposte
1) Unificare gli Enti, tutti, compresi i giornalisti, i notai, compreso l'Inail.
Tre gestioni, ognuna responsabile di mantenere l'equilibrio finanziario e precisamente: dipendenti privati e pubblici, lavoratori autonomi, professionisti.
2) Un minimo di pensione con 15 anni di contributi: 600 euro rivalutabili, indipendentemente dal tipo di contribuzione. Questo zoccolo diventa la base su cui si calcola l'intera pensione: si corregge in questo modo il sistema di calcolo contributivo che è particolarmente negativo nei primi anni di occupazione.
3) Età per il diritto alla pensione. Età flessibile (57 anni, 65 anni). Noi chiediamo una riduzione di due anni per il lavoro operaio, a turno, notturno, pesante, stressante.
I lavori particolarmente usuranti sono elencati in una tabella superata, obsoleta. E' una questione che va affrontata ma sulla base di un'inchiesta scientifica sulla reale condizione del lavoro rispetto ai cambiamenti dell'organizzazione del lavoro, dei sistemi di informazione, delle tecnologie, se si vuole individuare il "grado" di usura. Non è accettabile il "baratro" tra il riconoscimento di nuovi lavori usuranti e l'aumento generalizzato dell'età della pensione.
4) Aumento delle pensioni. Il minimo non può essere commisurato alla soglia di povertà. A questa soglia vanno ancorati gli assegni sociali. Aumenti degli attuali minimi Inps almeno fino a 600 euro.