2011 - Intervento
Al Congresso Provinciale di Roma
1 -L’Italia ha assistito, applaudendo, ad un colpo di stato delle banche coordinato dal presidente della repubblica con la benedizione dei paesi europei come la Germania e la Francia, la cui politica è chiaramente connotata a destra.
In questi giorni assistiamo in Parlamento ad una sintonia (di cui avevamo già avuto in passato alcuni forti segnali) fra tutte le forze politiche: dal PD che ancora si fa chiamare di sinistra, passando dal centro fino alla destra più estrema.
Una sintonia a cui si oppongono i comunisti e le altre forze alternative al sistema che oggi vediamo in gran numero identificate con i vari movimenti, nella partecipazione alle grandi manifestazioni, come quella del 15 ottobre.
2 - Ci aspettano tempi molto duri se il governo Monti attuerà il programma annunciato: di fatto solo sacrifici, in continuità con le scelte del precedente governo e a pagare saranno i soliti e sempre di più il ceto medio. Non parliamo dei più poveri che hanno pagato già prezzi durissimi e che ormai sono ridotti, per poter magiare, a ricorrere ai cassonetti della spazzatura.
In questo paese così civile e libero e in una Roma, che con il decreto Monti ha ricevuto danaro gloria e prestigio, oltre a vedere sempre più gente che rovista nei cassonetti della spazzatura, i giovani non trovano né casa per uscire dalla famiglia, né un lavoro e chi ha la fortuna di lavorare deve farlo ormai fino alla morte, con orari impossibili e sempre sotto tensione per paura di essere messo in mobilità o addirittura licenziato. Sembra una fortuna anche il lavoro precario.
3 - Tutti i diritti sono stati annullati. Assistiamo a continui tagli dei posti di lavoro, come ultimamente a Termini Imprese e a Pomigliano. Assistiamo alla delegittimazione di un referendum vinto, quello dell’acqua, che viene rimesso in discussione dall’articolo 4 della manovra di quest’estate.
4 - Siamo sempre più condizionati dalla Chiesa che detta le proprie leggi e nessuno si scandalizza per i privilegi di cui gode, a partire dalle grandi proprietà su tutto il territorio nazionale per le quali non paga né tasse, né Ici. Roma capitale significa più potere al sindaco, nuove regole per la città, dai quali però è esente la Chiesa. Mentre si propone l’Ici per la prima casa, l’aumento degli estimi catastali, colpendo soprattutto chi con duri sacrifici si è comprato la casa e ancora ne sta pagando il mutuo.
5 -I comunisti insieme devono agire, propagandando le proprie idee che hanno una grande connotazione ideale, ma confrontandosi con la realtà quotidiana e con le problematiche territoriali. Avanzare quindi proposte che coraggiosamente individuino le priorità per uscire dalla crisi, ma anche per cambiare la vita dei romani, attenendosi al programma della Federazione della Sinistra di Roma.
6 -La destra a Roma, e noi lo stiamo vivendo drammaticamente nel secondo Municipio, sta diffondendo a piene mani le sue idee e la sua cultura (come il merito, l’egoismo, il perbenismo, il mito del più forte) attraverso la marcatura del territorio con monumenti e intestazioni di vie dedicati ai loro morti. Hanno intestato persino la sala del secondo municipio ad un fascista giovane morto per malattia, che era un grande attivista sul territorio per quanto riguarda le scritte sui muri. E purtroppo lo hanno fatto con il voto di Sel.
7 -Il Partito in questo momento si trova in grandi difficoltà, finanziarie innanzitutto e non è cosa da poco perché se non hai risorse non fai politica.
Siamo in tutte le lotte, ma siamo poco visibili dato anche l’oscuramento mediatico. Il nostro dramma è l’insufficienza di militanza soprattutto di giovani militanti che operino nei quartieri sulle problematiche dei cittadini e che svolgano battaglie in difesa dei diritti. Giovani che si assumano la responsabilità di questo partito nei territori.
8 -Ma va anche rivisto il nostro modo di far politica, con la semplificazione burocratica ed organizzativa. Ma soprattutto è indispensabile al nostro interno la solidarietà e l’unità, altrimenti continueremo a dare ai nostri iscritti e a chi si vuole avvicinare a noi quel senso di disagio e di inaffidabilità che ci ha accompagnato in questi anni a causa delle nostre divisioni e scissioni. Il partito ha bisogno di compagne e compagni a cui si affidino responsabilità non per la loro collocazione in aree, come si chiamano adesso le correnti, ma per la loro capacità ed il loro attaccamento al partito. Sono molto d’accordo con l’intervento di Galieni a questo proposito.
9 - In questo quadro mi preoccupa moltissimo il ritiro a vita privata di molte compagne, un ritiro che cresce man mano che passano gli anni. Perché è il modo stesso di fare politica che emargina le donne, con tempi impossibili e soprattutto verbosità inconcludenti. Io stessa non partecipo a tante riunioni, perché ritengo di essere più utile altrove, rispetto ad una presenza ad un dibattito per me inutile.
10 -Credo che oltre a modificare il nostro modo di far politica dobbiamo tentare oggi tutte le strade per avviare confronti con altre forze politiche, per sapere quale sarà il nostro futuro dovendo fare i conti con le prossime elezioni, nazionali ed amministrative, consapevoli di essere emarginati. Probabili alleanze, visto quello che si sta delineando a livello nazionale, ci devono far riflettere.
Dobbiamo prendere coscienza della reale nostra forza, della crisi che ci attraversa, dobbiamo lavorare per liberare il partito dagli impacci delle correnti più o meno mascherate, tentando di dare un gruppo dirigente capace almeno a livello di municipio.
11 -Dobbiamo infine, secondo la mia opinione, dato le poche risorse umane e finanziarie scegliere per Roma poche cose: due o tre questioni che diventino la bandiera di Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra che siano ben identificate dagli elettori. Ma su questo punto credo che sarà il nuovo organismo votato in questo congresso a decidere.