2004 - Cotributi volontari
TRE ANNI DI CONTRIBUTI VOLONTARI PER UNA PENSIONE DECENTE … - Rischio ad entrare a far parte ella schiera dei “poveracci” che dovranno vivere il resto della loro vita con una pensione da fame, se viene approvata la riforma delle pensioni proposta dal governo.
La mia data di nascita è 14 gennaio 1951 ed ho cominciato a lavorare l’1 febbraio 1971, come progettista applicativo di elaborazione automatica dati, per quindici anni al centro elettronico della previdenza sociale e successivamente per oltre 17 anni in un’azienda dei servizi automatici, allora Sarina, e successivamente Saritel, di proprietà della Seat e produttrice di servizi telematici come le pagine gialle elettroniche. Ultimamente l’azienda è diventata di proprietà della Telecom con il nome di I.T. Telecom. Si è radicalmente trasformata tanto che per me ed i miei colleghi con la mia stessa qualifica non c’è stata più alcuna possibilità di lavoro con la nostra mansione e siamo stati tenuti, da allora in poi, a non far nulla o a trascrivere dati tramite computer. In questo contesto l’azienda mi ha proposto la mobilità, dal 31 dicembre 2003, che ho accettato nauseata e spaventata della situazione, applicandomi 4 mesi di “mancato preavviso” per farmi conseguire i requisiti per la pensione all’interno dei quattro anni di mobilità previsti. Al 14 gennaio 2008 avrò 36 anni 11 mesi e 15 giorni di contribuzione e 57 anni di età, come vuole l’attuale normativa. Ma rientro a pieno titolo nella riforma in discussione alla Camera e passata, con la fiducia, al Senato. Insomma dopo una vita di lavoro dovrò vivere per sempre con una pensione pari alla metà del mio stipendio, una pensione che non mi basterà nemmeno per pagare, in futuro, il soggiorno presso un pensionato, visto che non ho nessuno che potrà avere cura di me in vecchiaia e visto che anche la salute non è buona. Mi chiedo se sia possibile che la legislazione mi consenta di di fare la prosecuzione volontaria del pagamento dei contributi per raggiungere i 40 anni ed avere una pensione decente. – Mirella Fontana
Hai avuto una vita di lavoro abbastanza travagliata ma sei riuscita a garantirti una contribuzione previdenziale regolare e continuativa e questo ti permette di “sperare” a 57 anni di ottenere la pensione. Rientri nel novero di quanti possono usufruire della vecchia normativa in quanto sei andata in mobilità prima del 31/3/2004. Il rischio che corri è dato dal famoso tetto dei 10 mila, un’assurdità che difficilmente reggerà nella discussione in parlamento e alla prova dei fatti. L’augurio e l’impegno è la cancellazione non solo di una norma odiosa ma dell’intera legge. Nel tuo caso non vi sono norme che ostino al pagamento volontario dei contributi, semmai è l’onere difficilmente sopportabile da chi resta privo di salario: come tu dici una “prospettiva assurda”