1998 - Intervento

ASSEMBLEA PUBBLICA - VIGILIA DELLA SCISSIONE

  1. Non sono un compagno "onorevole", ma un compagno come tanti, che parla con la gente, con i pensionati, con i lavoratori tutti i giorni. Le lamentele nei confronti di questo governo crescono in modo esponenziale. La delusione, dopo le speranze della vittoria sulle destre, è grande e profonda… ed anche noi veniamo considerati come gli altri: "siete tutti eguali…" Anzi, su di noi si scarica con più forza la delusione. E' una verità anche se amara.

  1. Dal 1951 sono stato iscritto al PCI e dal 91 ho operato per costruire il nostro partito, a Roma, in II Circoscrizione. Un circolo che ha aumentato anche quest'anno gli iscritti, che ha comperato la sede, che organizza la festa, che non cede alle provocazioni fasciste. Tra i compagni c'è m,alessere, un confronto, qualche tensione. Ci sono compagni e compagne che provengono dal PCI, da altre esperienze ed i più hanno militato solo in Rifondazione, ma nessuno fa valere la sua provenienza o i suoi meriti…Onestamente debbo dire che pochissimi si pongono la preoccupazione della rottura con questo governo. Invece vi è forte preoccupazione per l'unità e l'integrità del Partito al punto da sostenere che se l'uscita dal governo di Rifondazione significa scissione…

  1. Ho detto delusione… ora aggiungo guasti profondi prodotti anche dal comune sentire il popolo di sinistra nella coscienza dei lavoratori. Mai in tempo così brevi è stato spinto avanti l'individualismo ed anche tutti i provvedimenti assunti vanno in questa direzione. Ognuno se vuole un po' di lavoro e di salario, un minimo di protezione sociale si deve arrangiare. Partita Iva, previdenza integrativa e torna prepotente la raccomandazione. Ha impressionato la condizione ed i ragionamenti degli operai di Brescia nel servizio di Santoro….(?)

  1. Finanziaria: sono evidenti due operazioni.

  • Esalta, mette al centro l'impresa e la sovvenzione mentre esclude l'intervento dello stato persino sul problema occupazione

  • Spinge al "patto sociale" per una ulteriore deregolamentazione e la libertà di licenziamento, per eliminare il conflitto

Si taglia sulle pensioni e le poste, sugli Enti locali e sulla sanità. Segnali sociali, si dice: Be' compagne e compagni mai quelle quattro lire a qualche migliaio di poveri non sono pervase tutte dalla cultura cattolica della carità e della famiglia?

Ancora: ma quale segnale è restituire nel 99 ai pensionati e solo a quelli con un reddito lordo annuo inferiore ai 18 milioni (14 netti) 50.000 lire di imposte (400 miliardi) quando tra il 97 ed il 98 la pressione fiscale sulle pensioni è passata dal 10,4% al 12,8% e sulle pensioni sono stati prelevati 5500 miliardi in più?

Quella del maggior prelievo è stata una vergogna a cui abbiamo reagito verbalmente: era un motivo valido non per una ma per 10 crisi del governo!

Si parla tanto di realismo, ebbene credo che non significhi accettare la "realtà" come è, noi comunisti vogliamo rompere questa realtà e quindi dobbiamo provarci.

E' non solo l'autonomia, ma la ragione d'essere del nostro partito, è la difesa dei deboli e dei lavoratori, è la necessità di ridare una speranza, un riferimento ai tanti che si sono arresi e si stanno arrendendo, alla cosiddetta realtà delle cose che ci impone la rottura.