1976 - Comizio

 

Manifestazione antifascista nel quartiere Africano - l'intervento di  Sante Moretti

La Federazione Unitaria Cgil-Cisl-Uil aderisce a questa manifestazione non in modo formale, ma perchè considera la difesa della democrazia, la Costituzione Repubblicana, la ragione fondamentale di vita del sindacato e la lotta al fascismo un dovere prioritario dei lavoratori.

La classe operaia, i lavoratori italiani come nel 1943/'45, sono stati gli animatori e gli artefici della Resistenza, sono oggi un baluardo, una diga contro ogni forma di fascismo, di reazione, di violenza comunque espressa, nobilitata o mascherata. Questo lo devono sapere i vecchi e i nuovi nostalgici.

Il nostro paese attraversa un momento difficile, una crisi gravissima ne sconvolge l'economia. Per superarla sono necessari sacrifici crescenti che, per or, colpiscono purtroppo fondamentalmente e solamente i lavoratori, gli i piegati, i disoccupati, i giovani, i pensionati e tanta e tanta povera gente.

Ma i sindacati e le forze democratiche sono impegnati anche ad imporre un'equa distribuzione dei sacrifici per superare la crisi e cambiare il modello di sviluppo economico e per costruire una società più giusta e diversa. Anche questa è lotta antifascista!

Infatti vi sono in Italia forze che mirano allo “sfascio”, a creare il caos. Questo è l'obiettivo della “nuova violenza nera in Italia, a Roma, qui nel quartiere”.

Nella crisi, nel caos, nella violenza, nel precipitare della situazione le forze battute dalla classe operaia dal 1968 in poi, quelle sconfitte il 15 e 20 giugno, cercano la rivincita. E le forze padronali moderate e fasciste sono ancora tante e potenti.

Giovani: ricordate – e l storia lo insegna – che nella crisi e nello sfascio non si cambia, non si fa la rivoluzione. La salvezza dell'Italia sta nell'unità. Per superare la crisi e per la civile convivenza bisogna irrobustire la democrazia. Questo è l'impegno della Federazione Cgil-Cisl-Uil.

Anch'io, come molti di voi abito nel quartiere. E come molti, da militante, vivo la battaglia antifascista, che da qualche mese è diventata drammatica per le aggressioni, le violenze, gli agguati, fino al tentativo di strage compiuto dai fascisti, giovedì a via Tigrè, dove la teppaglia ha sparato per uccidere e, per un miracolo, oggi, non piangiamo i morti!

Ora basta! Il covo di via Migiurtinia deve essere chiuso. Questa banda va resa innocua e cacciata dal quartiere. Cinque arresti sono pochi rispetto alla lunga catena e alla gravità delle azioni commesse!

Questo chiedono le famiglie che abitano dove c'è la sede, preoccupate dall'incolumità delle loro famiglie, stanche delle continue prepotenze che sono costrette a subire, degli insulti volgari cui sono fatte oggetto donne, vecchi e bambini. Lo chiedono i commercianti del quartiere danneggiati anche negli affari. Lo chiede tutto il quartiere che rivuole la tranquillità.

Un quartiere abituato ad un confronto politico, anche vivace, ma sempre politico e civile, che rifiuta la faziosità e la violenza.

Polizia, Magistratura ed autorità devono dare una precisa e positiva risposta alle richieste del quartiere!

Onorevole Cossiga, se il suo impegno di “ripulire i covi” non è semplice propaganda, ne ha l'occasione e il dovere... Piazza Santa Emerenziana e via Migiurtinia: ecco due centri di provocazione fascista da bonificare!

Nei giorni scorsi si è svolto il processo per i fatti del 16 gennaio 1971 – un altro assalto alla sezione di via Tigrè.

Abbiamo rimesso la querela perchè quei tre giovani, allora giovanissimi, hanno mutato la loro collocazione politica. Noi non vogliamo vendetta, ma giustizia”!

Anche in mezzo ai frequentatori di via Migiurtinia ci sono giovani (uno degli arrestati ha appena 15 anni) che non sanno che cosa è stato il fascismo, che frequentano la scuola italiana povera di contenuti ed arretrata, privi di tensione morale che li porta a cercare risposte alle frustrazioni, l loro vuoto ideale nella prepotenza e violenza. Sono, lo sappiamo, anche i loro genitori facile preda di veri delinquenti.

A via Migiurtinia ci sono alcuni amici di Ghira, noto come il “mostro” del Circeo che per anni hanno commesso violenze al Giulio Cesare, che sono organizzatori della violenza nera e noti picchiatori di mezza Roma.

Si deve però anche sapere che nel quartiere c'è una volontà antifascista e che i democratici sono tanti. Il Movimento Sociale ha perso, nel quartiere, la metà dei voti e oggi non è il primo, ma terzo partito ed il suo elettorato in gran parte condanna la violenza nera, infatti firmano la petizione per chiudere il covo.

Si deve anche sapere, lo abbiamo fatto per anni davanti al Giulio Cesare quando le provocazioni erano continue, che non presentiamo l'altra guancia. Certo vogliamo sia la Magistratura, la polizia, le autorità a fare il loro dovere. Ma si sappia anche che noi non scappiamo, che le sedi dei partiti democratici non si toccano e che i cittadini non si aggrediscono impunemente.

Vogliamo affermare chiaramente che qui, nel quartiere, i fascisti non passano e che se ne devono andare. Nella Roma di Porta S.Paolo, delle Fosse Ardeatine, è impensabile una nuova Reggio Calabria!

Un'ultima considerazione sulla polizia: oggetto di tante critiche per il comportamento di queste settimane nel nostro quartiere. Sono anche loro uomini e cittadini. Hanno dei diritti e dei doveri. Fanno orari massacranti. Sono pochi e malpagati e possono anche aver paura dei delinquenti e del covo di via Migiurtinia.

La Cgil-Cisl-Uil e le forze democratiche vogliono, per la polizia, nuovi regolamenti, miglioramenti economici consistenti, il diritto a riunirsi nel sindacato e più rispetto. Ma la polizia, come l'esercito, devono essere sempre più repubblicani e antifascisti, perchè l'Italia è repubblicana e antifascista come impone la Costituzione. La cosiddetta “neutralità” invece diviene “connivenza” e cedimento. La polizia doveva agire con più decisione di fronte ad episodi come quello dell'aggressione a due compagni il... a via Giarabub. In quell'occasione quattro fascisti furono consegnati alla polizia, ma non furono arrestati. Due passanti, riconosciti come persone di sinistra, sono stati presi a mattonate provenienti dal secondo piano della sede del F.D.G. Alla polizia è stato indicato il colpevole che però non è stato arrestato. L'11 novembre è stata attaccata la sede del PCI di via Massacciuccoli. Gli aggressori sono stati riconosciuti, ma non sono stati arrestati. Il 12 novembre, dopo aver tentato di attaccare la sezione del PCI di via Tigrè, i fascisti si sono schierati armati di spranghe a via Migiurtinia. Ma non sono stati nemmeno fermati. Sabato 13 novembre un giovane di 17 anni è stato brutalmente malmenato da una trentina di teppisti, usciti dalla sede di via Migiurtinia., Ne avrà per 12 giorni, salvo complicazioni. Non c'è stato alcun arresto.

Forse se si fosse agito con fermezza, l'assalto alla sezione del PCI di via Tigrè, che poteva provocare una strage, si sarebbe potuto evitare ed il quartiere sarebbe già ripulito dalla teppaglia.

L'appello agli agenti, ai loro dirigenti è quello di agire con più decisione contro i fascisti nel nome degli ideali della Costituzione e della Resistenza. Vi vogliamo con noi in questa battaglia contro i fascisti, i delinquenti, i provocatori del covo di via Migiurtinia: assieme riportiamo la serenità nel quartiere. Come nel '43/'45 molti carabinieri e militari scelsero la Resistenza, presero in mano la bandiera della libertà e della democrazia, dell'indipendenza nazionale, così oggi tutti insieme, donne, giovani, lavoratori,genti e militari dobbiamo condurre, fino in fondo, la lotta al fascismo, per rinnovare e salvare l'Italia.

 

Data documento: 
Lunedì, 22 Novembre 1976
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