1974 - Intervento
1974 - Convegno nazionale sull'organizzazione della Federbraccianti
Appunti per la relazione introduttiva
Parliamo di organizzazione, per parlare di strumenti per realizzare una politica.
Gli strumenti di cui abbiamo bisogno devono tener conto, intanto, di quello che c'è realmente: delegati, membri di commissioni, leghe, zone.
Dei poteri che abbiamo: collocamento, commissioni contrattuali, assemblee.
Delle esperienze fatte nelle aziende, nelle località, nelle lotte, nel processo di rinnovamento che è cresciuto anche nella federbraccianti.
Gli strumenti vanno finalizzati:
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realizzazione (oggetto di lotta e di proposta politica della Cgil)
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nuova autorità del sindacato che significa responsabilità verso il Paese
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obiettivi di lotta immediati: in questo senso dopo la vittoria (notevole per noi) sulle pensioni, sugli assegni familiari e la disoccupazione agricola si arriva all'impatto sul mezzogiorno, i prezzi e l'agricoltura
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Decisioni del C.C. Per basare, sulla contrattazione dei piani colturali, un'iniziativa strettamente legata alla gestione, al rispetto dei diritti, alle rivendicazioni zonali.
La nostra realtà è diversa dall'industria: 500.000 datori di lavoro (contadini); lavoratori sparsi in migliaia di comuni; molti bisogni (lavoro – civiltà – elementari); un'agricoltura in crisi (per la zootecnia siamo al collasso).
La nostra struttura di base sono i delegati, tutti i rappresentanti dei lavoratori nelle commissioni, nelle leghe, nei direttivi. Primo punto allora è come riusciamo a far operare realmente queste figure o eleggerle: no alla nomina come battaglia per l'unità.
La categoria è più vecchia, ma può dare (dai 18 ai 30 anni 278.000 – dai 30 i 45 anni 650.000)
Dobbiamo vincere una battaglia. Le donne sono 500.000 e non sono considerate lavoratrici, né dal padrone, né da noi. Questione delle donne nel sindacato difficile, ma non impossibile, questione della differenza fra Nord e Sud.
Abbiamo una linea avanzata: una grande luce, ma come la alimentiamo?
Dobbiamo sempre ricordarci che dobbiamo operare per gli uomini, con gli uomini e con i loro bisogni.
Per vincere le battaglie dobbiamo concretizzare le lotte, vincere tutti i giorni, garantire il godimento dei diritti.
Drammatico il fatto che 250.000 lavoratori perdano la disoccupazione! Ma quanti perdono gli assegni familiari e quanti non si costruiscono il diritto alla pensione?
Ci attende una grande battaglia, dobbiamo tornare nei comuni, nelle località, fare le pratiche. L'Inca non si inquina con la pratica povera!
L'efficienza vera è il contatto di massa: sindacato anche nelle piccole cose, sindacato per la povera gente.
Su quali punti intendiamo misurarci? Strutture sindacali orizzontali: noi vogliamo esserci. Non ci possono fermare le difficoltà, bisogna superare i ritardi nella costruzione della federazione unitaria nelle province.
Dobbiamo costruire nostre sedi zonali per rafforzare le leghe, per unire i delegati, per far vivere ed operare le commissioni, per dare forza alla politica della zona. Zona significa comitati eletti da tutte le strutture, dagli attivisti. Sulle zone innesteremo i congressi regionali da tenersi in primavera.
Va organizzata una campagna di massa per le tessere e le deleghe.
Operare oggi per costruire domani un grande sindacato, per non tornare indietro, per strutture che divengano stabili, per la democrazia. Per le tessere e le deleghe è necessario un impegno particolare, nostro, della Cgil, dell'Inca. Trasparenza per i bilanci e organizzare la crescita dei nostri funzionari (600 funzionari – 1 per 700 iscritti). Dobbiamo organizzare subito riunioni regionali e fissare delle linee e degli obiettivi dal Nord al Sud, con le Camere del Lavoro e con l'Inca.