1974 - Intervento
1974 – 28 febbraio – Regionale Puglia Federbraccianti
Appunti
La crisi alimentare che colpisce il Paese determina un pauroso deficit alla base dei pagamenti che ha allarmato l'opinione pubblica.
In luce vengono i guasti provocati dagli agrari, dalle scelte del governo, dalla crisi “imposta” alle aziende. Anche il governo di centro-sinistra non ha ancora agito. Si ha la sensazione che ci si preoccupi della bilancia dei pagamenti e non si accetti di considerare l'agricoltura un volano dello sviluppo economico.
La crisi monetaria, il rialzo dei prezzi dei cereali a livello internazionale, cala su una struttura economica fragile...
Proponiamo di mettere in moto tutte le capacità produttive del Paese: tutte le risorse, a cominciare dalla terra, cioè aumentare la produzione (con riforme e investimenti), colpire le rendite, qualificare i consumi puntando a quelli civili e sociali (trasporti, case, alimentazione, ambiente).
La crisi del governo, alimentata da destra, pone, per bocca di La Malfa, la questione del tipi dello sviluppo economico (ricatto) della spesa pubblica, cioè una linea deflazionistica. Condisce il tutto con l'attacco ai sindacati e allo sciopero ed apre strumentalmente la crisi, a poche ore dallo sciopero generale.
Il movimento sindacale riconferma l'esigenza di una rapida soluzione della crisi. Vogliamo un interlocutore, un esecutivo che abbia autorità e sia coerente (pensioni). Non ci fermiamo a discutere delle formule (sono indicative) ma riproponiamo la nostra linea e sul tappeto mettiamo 5 punti al centro dello sciopero generale: prezzi, investimenti, riforma delle pensioni, fisco, difesa della Democrazia.
Unità sindacale (assemblea delegati)
Rapporti difficili anche nelle trattative
Il congresso regionale – sulla base del documento della Cgil, integrato da una nota di categoria che colga alcune novità e affronti alcune questioni.
Costruzione di un forte movimento e una precisa programmazione della lotta.
In Puglia: elezione dei delegati aziendali, nascita delle zone su un terreno reale, un entroterra diverso, partecipato e democratico; Comitati di zona che dirigono, elaborano, coordinano.
Seguono appunti illeggibili e di non facile interpretazione