1973 - lettera a Fortebraccio – redazione de l'Unità

Caro Fortebraccio,

apprezzo molto quel “lor signori” che tu spesso usi in quanto per lor signori credo tu intenda anche gli agrari. Noto pure con soddisfazione che sovente accomuni i braccianti ai metalmeccanici e a tutti coloro che pur creando la ricchezza della nazione la vedono goduta e scialata da altri.

In questi giorni si discute molto di agricoltura, della crisi che attraversa (qualcuno parla di collasso) e di ciò che non produce. Meno invece si parla degli agrari che hanno dilapidato il denaro dello Stato, sfruttando braccianti e contadini senza nemmeno costruire un'agricoltura capace almeno di dare carne e pane agli italiani. Anzi – ecco un episodio – giungono a licenziare i braccianti perchè “corti”. Ma ti pare possibile che un ceto, come quello degli agrri, conservatore, retrogrado e reazionario, antico, anzi vetusto, che licenzia un lavoratore perchè di bassa statura,possa risolvere i problemi dell'agricoltura? Ti saluto fraternamente. Sante Moretti, segretario nazionale della Federbraccianti.

Data documento: 
Sabato, 15 Dicembre 1973
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