Comunicato stampa della Federbraccianti

Comunicatostampa della Fedebraccianti (senza data)

Il compagno Moretti, segretario nazionale della Federbraccianti, nel concludere il nostro congresso, tra l'altro ha affermato:

“... La monocoltura del riso, completamente meccanizzata, sovvenzionata dal Mec, permette gli agrari enormi profitti, ma crea il deserto nelle campagne vercellesi. Gli addetti calano ogni anno. 2.500 donne non raggiungono le 51 giornate, i centri agricoli sono sempre più impoveriti e abbandonati a questo in una provincia dove l'industria non cresciuta ed anzi le poche fabbriche sono minacciate di chiusura. Rompere la logica della monocoltura è l'obiettivo che ci dobbiamo porre assieme ai contadini, agli operai, alle popolazioni, se vogliamo aumentare l'occupazione e determinare un diverso sviluppo economico. Il congresso ha espresso nel dibattito questa volontà, a chi riteneva i braccianti vercellesi “finiti” risponde con precisi impegni di lotta. Lotta per il rinnovo del contratto provinciale, iniziative nelle aziende per i piano colturali, azione zonale per lo sviluppo e la civiltà. Sono questi impegni di lotta che danno credibilità alla scelta di tutta la categoria tesa a realizzare l'obiettivo di “un'agricoltura rinnovata e industrializzata, volano per la ripresa economica generale”.

Ci sono, qui al congresso, a fianco di vecchi combattenti che ricordano con la loro presenza il passato vero, spesso eroico del nostro sindacato alcuni giovani, delegati di azienda che hanno portato alla tribuna l'esperienza di lotte aziendali, interessanti, nuove, hanno soprattutto mostrato una volontà di cambiare le cose, una decisione, una combattività che ricorda i tempi migliori della lotta delle mondine.

I 6.000 braccianti vercellesi sono ancora una forza, voi ne rappresentate degnamente una larga parte e sono certo che li sapete guidare nella lotta, ne sapete raccogliere tutte le aspirazioni. Per far ciò è necessario però entrare in tutte le aziende ed eleggere il delegato, far funzionare le commissioni di collocamento, lavorare per superare le divisioni con la Fisba e l'Uisba e costruire l'unità sindacale.

Come sempre ho notato molto entusiasmo e voglio sottolineare il valore reale non simbolico della distribuzione agli attivisti più meritevoli della targa ricordo: è, credo, un riconoscimento, anche se modesto, per chi ha tanto lavorato per la nostra Federbraccianti, ma anche uno stimolo a lavorare ancora di più per avere un sindacato forte, capace di battere i padroni e trasformare la società.

 

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