Articolo per Liberazione (senza data - presunta metà 2008)

PENSIONI: SEMPRE PIU' POVERE, SEMPRE PIU' A RISCHIO

Nel 2008 in Italia non ci sarà una crescita economica. Siamo alla recessione. Il costo della vita (inflazione) aumenterà più del 4% ed i prodotti alimentari ed energetici più del 6%.

Sono diminuiti i consumi di alcuni prodotti alimentari: pasta , pane, latte, frutta, ortaggi.

I periodi di ferie o di vacanze sono stati più brevi e in molti vi hanno rinunciato tanto che nei luoghi di villeggiatura si è registrato un calo delle presenze. Diverse municipalità stanno riducendo le prestazioni sociali, i servizi e sostegni economici ai meno abbienti. Non risultano in calo invece i profitti e le rendite anche se i mercati finanziari sono colpiti da un vero e proprio terremoto.

Il Governo ignora quella che è una vera emergenza sociale e cioè l’impoverimento dei lavoratori dipendenti, dei pensionati, delle famiglie numerose. In questi primi mesi il Governo ha garantito al premier l’immunità, varato leggi che limitano la libertà ed i diritti degli ultimi e di conseguenza i diritti soggettivi di tutti. Ha approvato una manovra finanziaria basata sugli interessi delle imprese che ignora i salari e le pensioni. Nell’autunno, lo ha annunciato il premier, il Governo cambierà il sistema giudiziario e realizzerà il federalismo partendo da quello fiscale.

Più colpiti gli anziani

Il corpo sociale maggiormente colpito è quello dei pensionati. Gli anziani superano il 25% della popolazione e vivono in condizione sempre più precaria.

I livelli delle pensioni (media generale) non superano i 1.000 euro al mese. Più di 5 milioni,oltre il 25%, percepiscono tra i 300 de i 500 euro al mese; un altro 50% non raggiunge i 1.300 euro. Le donne ricevono assegni mediamente inferiori del 20% di quelli degli uomini.

L’aumento del costo della vita sta impoverendo sempre di più questi uomini e donne che dopo aver lavorato e prodotto ricchezza e profitti per una vita si trovano in crescente difficoltà economica e con un futuro sempre più incerto. Non solo, continuano ad essere additati tra i primi responsabili della crisi economica in quanto peserebbero eccessivamente sul bilancio dello Stato. Una menzogna spudorata!

La scala mobile

L’abolizione della scala mobile è stata un disastro per i salari e le pensioni.

Per le pensioni è rimasto in vita un meccanismo che prevede una rivalutazione percentuale delle pensioni e degli assegni sociali con un anno di ritardo e sulla base del rilevamento Istat dell’aumento dei prezzi di un certo numero di prodotti (paniere).

Le conseguenze sono che negli ultimi 10 anni gli importi delle pensioni perdono la capacità di acquisto tra il 2 ed il 3% ogni anno in quanto il paniere dell’Istat non rileva l’effettiva inflazione ed ignora che la tipologia dei consumi è diversa in ragione dell’età e del ceto sociale. Gli alimentari, le medicine ed i servizi sociali hanno un peso rilevante per gli anziani. L’aumento delle pensioni per il costo della vita è stato di circa il 2% ogni anno, ma il 2% su una pensione di 500 euro al mese è di 10 euro mentre per una di 5000 euro è di 100 euro: è evidente l’iniquità.

Negli anni si allarga la forbice tra la pensione percepita ed i salari in quanto gli importi pensionistici non sono collegati ai salari e da più di 20 anni non hanno subito aumenti.

Dal diritto alla carità

Le misure assunte o adombrate dal Governo sembrano ignorare che in questo 2008 i più colpiti dall’aumento dei prezzi sono milioni di anziani e che sempre più numerosi precipitano nella povertà. Il Governo si è inventato (come in America) la CARD, cioè una tessera per i poveri, da utilizzare in alcuni esercizi commerciali e per pagare le utenze. Tale tessera, del valore di 400 euro annui sarà distribuita ad un milione di anziani in base all’età ed al reddito (quali?) ed il suo onere sostenuto non solo dallo Stato ma anche da donazioni. Hanno tentato contemporaneamente di cancellare l’istituto della pensione o assegno sociale percepito da 800.000 anziani totalmente privi di redditi ma non ci sono riusciti . Sono invece riusciti ad escludere da questo beneficio gli immigrati anche se regolari e residenti in Italia.

Siamo di fronte ad una emergenza sociale. Si impone un aumento generalizzato delle pensioni di importo inferiore ai 2.000 euro al mese e il raddoppio degli attuali minimi e portare gli attuali minimi da 400/500 euro a 700/800. Va poi istituito un sistema di rivalutazione automatico che copra il reale aumento del costo della vita nella stessa misura per tutti i pensionati e che mantenga l’importo della pensione legata all’andamento dei salari.

Il sistema pensionistico pubblico è a rischio

Il sistema pensionistico pubblico, complici anche i sindacati, è stato negli ultimi 16 anni profondamente cambiato, peggiorato con conseguenze negative per chi è in pensione ma soprattutto per chi si pensionerà in futuro: in futuro con la pensione non si potrà più vivere in modo dignitoso. La previdenza integrativa voluta dai sindacati, dai padroni e dai mercati finanziari mostra la corda.

Quel 25% di lavoratori e lavoratrici che è stata convinta o obbligata a rinunciare al TFR registra che il rendimento (al netto delle imposte e calcolando tutti i benefici) del TFR conferito ai fondi pensione ha reso nel 2007 l’1,6%. Nei primi mesi del 2008 la perdita ha superato il 3%. Non si sa che cosa succederà per le pensioni integrative in conseguenza del crollo delle borse.

Abbiamo appreso in questi giorni che è in discussione nella Commissione Lavoro della Camera una proposta di legge che cancella il diritto a pensionarsi con il sistema retributivo di quanti avevano maturato 18 anni di contributi ante il primo gennaio 1996, non solo la proposta prevede l’anticipazione della revisione dei coefficienti che determinano l’importo della pensione unitamente ad un aumento generalizzato dell’età per potersi pensionare.

L’11 ottobre è un primo momento per rivendicare pensioni adeguate e un’anzianità dignitosa.

Non c’è più tempo da perdere, basta con i tentennamenti, l’emergenza sociale richiede una risposta forte ed in equivoca: lo sciopero generale!

 

Sante Moretti