2013 - Articolo per Liberazione

Dal primo gennaio 2014 gli assegni pensionistici saranno rivalutati di 5/10 euro netti al mese compreso quelli superiori a 2.973 al mese lordi, si dice per ragioni di costituzionalità. Crediamo che quei 7 milioni e 200.000 euro che percepiscono meno di 1.000 euro di cui 2.500.000 meno di 500 euro 65/130 di rivalutazione sono come una presa in giro. Uno schiaffo che non hanno commentato né Grillo, né Renzi e nemmeno Vendola.

E’ poi previsto un prelievo di “solidarietà” sulle quote pensioni superiori a 0.168 euro l’anno del 6% fino 128.811 del 12% fino a euro 217 oltre il 18%. Questi prelievo non è certo, già in passato analoga misura fu dichiarata anticostituzionale e restituito il prelievo.

 

Sempre dal 2014 le lavoratrici dipendenti per pensionarsi di vecchiaia dovranno aver superato i 63 anni e 9 mesi (+ 6 mesi) e le autonome 64 e 9 mesi (+ 12 mesi). La parità di età fra uomini e donne per il diritto alla pensione è una delle poche battaglie vinte dalla Bonino che riteneva discriminatorio pensionarsi 5 ani prima degli uomini. Vengono poi “salvati” 17.000 esodati mentre altre decine di migliaia restano nella più assoluta incertezza.

 

Nessuna norma della legge Fornero viene modificata né per quanto concerne l’età per il diritto alla pensione né per i sistemi di calcolo, né per l recupero di quanto perso con il blocco della rivalutazione al costo vita per gli anni 2012 e 2013 che ha portato a diminuire permanentemente le pensioni superiori a 1.400 euro lorde al mese di 7/800 euro l’anno. Sia la legge di stabilità, sia il decreto 1000 proroghe subiranno altre modifiche in quanto posticipate e centralizzate per applicarle ma per quanto riguarda le pensioni il salario non è in discussione.

 

Ci sarà o no la crisi di governo, quando e con quale legge elettorale si andrà a votare, quello che appare sempre più chiaro è che l’Italia ubbidisce e quindi accetta ed applica le scelte dell’autorità monetaria europea, ce di quelle scelte il presidente della Repubblica ne è il garante: niente elezioni, legge elettorale maggioritaria, decreti e loro condensati, decide re Giorgio.

 

Intanto Renzi porta avanti un suo preciso disegno che si sostanzia nella liquidazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, nello smantellamento del contratto di lavoro, del sistema pensionistico pubblico universale e solidale. Una società dove l’individualismo, il mercato, la ricchezza diventano valori primari.

 

 

Data documento: 
Lunedì, 30 Dicembre 2013