2007 - Intervento

 

Riunione di Rifondazione sulle pensioni

 

Non credo vi siano opinioni diverse tra di noi sul giudizio severamente criticato dato dal Partito sul protocollo di intesa governo/sindacati.

In questa fase tenteremo di modificarlo in sede parlamentare, attraverso la presentazione di emendamenti "significativi" insieme ai Verdi, ai Comunisti Italiani, alla Sinistra di Mussi. Altri emendamenti li presenteremo come Rifondazione.

Sull'efficacia della nostra azione parlamentare avranno un peso la manifestazione del 20 ottobre ed il risultato del referendum promosso da Cgil, Cis, Uil.

Hli aspetti positivi dell'accordo verranno enfatizzati in Parlamento, sui mezzi di informazione e dai sindacati nei luoghi di lavoro, nelle leghe sindacali.

Alcuni miglioramenti della vecchia normativa e di quella prevista dalla legge Marroni sono merito della nostra insistenza e non intendiamo regalarli a nessuno.

La nuova normativa proposta.

  • addolcisce lo scalone ed ipotizza il ritorno a quattro finestre per quanti si pensionano con 40 anni di contributi

  • oltre al lavoro, particolarmente usurante, si riconosce quello faticoso e pesante: i soggetti interessati passano da 350.000 circa (attuali) a 1.400.000

  • si avvia un processo di razionalizzazione delle strutture e dei servizi degli enti previdenziali

  • si rinvia l'eventuale modifica dei coefficienti di trasformazione al 2010

  • si salvaguarda l'età per i lavoratori in mobilità ed i prosecutori volontari

  • si ipotizza una garanzia in futuro di una pensione comunque non inferiore al 60% del salario

  • si prevedono misure di salvaguardia per gli immigrati.

 

Per gli aumenti vi è un una tantum in pagamento: 337 euro per 3.100.000 anziani e 300.000 invalidi.

Per il prossimo anno l'aumento (336 - 504 euro) legato agli anni di contribuzione, non tassabili.

Un impegno (generico) a una più generale rivalutazione della pensione.

Per gli ammortizzatori sociali si ipotizza l'unificazione degli interventi e si aumenta l'indennità di disoccupazione.

Si prevedono facilitazioni per ricongiungere i contributi ed in particolare per il riscatto della laurea.

Qualche misura correttiva anche per alcune forme di precariato.

Noi contestiamo l'accordo per più motivi:

  1. la misura, ogni ipotesi è sempre subordinata alle compatibilità economiche, permane una incertezza continua

  2. diverse misure sono demandate a futuri interventi legislativi ed approfondimenti, a confronti "tecnici" col sindacato

  3. Non è una riforma, come si cerca di far credere, che possa reggere nel tempo, in quanto non tocca il pilastro centrale della legge Dini, cioè il passaggio dal sistema di calcolo retributivo a quello contributivo, cioè il rapporto tra le generazioni (rottura) e non ricostruisce la solidarietà.

 

Ancora:

    • non si rispetta il programma dell'Unione, sia per lo scalone, sia per la rivalutazione delle pensioni, sia per la legge 300. Su questo punto il programma era preciso.

    • Prevale la linea economica del Ministro del tesoro, del governatore della Banca d'Italia, della stessa Confindustria

    • Non si sposta a sinistra l'asse politico del governo egualmente sono state infondate le reazioni dei moderati o estremisti (Dini - Bonino)

    • Siamo di fronte ad un cedimento grave del Sindacato, in particolare sul lavoro precario e più n generale sulla centralità del lavoro.

    • Molte attese vengono deluse ed altra sfiducia si diffonde tra l'elettorato dell'Unione.

    • Anche il mancato risarcimento sociale, le promesse non mantenute, la non valorizzazione del lavoro, concorrono al qualunquismo di Grillo, all'antipolitica, a far diventare il nemico lo zingaro, il lavavetri, l'immigrato, l'emarginato.

 

Dobbiamo tentare di modificare profondamente:

      • il contratto a termine (nodo)

      • staff leasing (cancellarlo)

      • ogni detassazione o decontribuzione del lavoro straordinario

      • misure per rivalutare le pensioni

      • minimo garantito di pensione

      • liberare le quote del vincolo dell'età e degli anni di contribuzione

      • garanzia dei 6 anni per la pensione di vecchiaia delle lavoratrici

      • riconoscimento che ogni diritto è soggettivo e quindi cancellazione del limite di 5.000 per il pensionamento di chi svolge lavoro pesante ed usurante

 

Certo, i risultati che si otterranno, se si otterranno, non chiudono la necessità di una "vera" riforma.

Crediamo che la proposta di legge sul precariato, firmata da più di 100 parlamentari, debba essere discussa in Parlamento.

Crediamo che i punti definiti nel convegno di gennaio sulle pensioni, debbono essere riproposti in Parlamento.

Crediamo che la nostra proposta di legge per far diventare l'Inps soggetto di previdenza complementare debba essere discussa in Parlamento.

Crediamo che il "pacchetto casa" per le parti che non troveranno risposte nella finanziaria vadano affrontati in Parlamento.

Noi non recediamo da una scelta, un'impostazione. Non solo, non abdichiamo nè al governo, nè ai sindacati.

Riteniamo che la bocciatura del protocollo da parte degli organismi dirigenti della Fiom, di alcune CCdL, insieme alla presa di posizione di numerosi sindacalisti siano importanti.

Riteniamo il referendum un atto democratico,. un evento di primaria grandezza politica: non era scontato. L'abbiamo rivendicato! Cercare di sminuirlo è sbagliato!

Certo il voto è composito: fabbriche, cantieri, uffici, leghe: ci possono e ci saranno brogli. Egualmente va esaltato.

Il PRC non è neutro, ma non intende nemmeno trasformare un dissenso sui contenuti del protocollo in guerra contro le confederazioni sindacali!

Informare correttamente i lavoratori, i precari, i pensionati per aiutare a scegliere.

La campagna sul TFR: abbiamo scelto di spiegare come stavano le cose. Ebbene appena un milione di lavoratori ha aderito ai fondi. Non si fidano e credono nella previdenza pubblica e non hanno seguito le indicazioni del sindacato.

I problemi sono due: quanti andranno a votare e quanti saranno i possesso di una corretta conoscenza del protocollo e delle sue conseguenze.

A Roma quello che preoccupa è come far arrivare la nostra voce nei luoghi di lavoro, tra i pensionati, tra i precari, nei ministeri, nei cantieri, nei centri commerciali, nelle fabbriche.

 

 

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Giovedì, 20 Settembre 2007
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