2004 - Reversibilità negata per convivenza

 

PENSIONE DI REVERSIBILITA’ NEGATA DOPO 50 ANNI DI CONVIVENZACon immensa soddisfazione sto seguendo la battaglia che alcuni parlamentari stanno facendo da diverso tempo per vedere riconosciuti tutti i diritti spettanti al coniuge superstite anche a coloro che per anni e con accertato grado di stabilità, hanno convissuto “more uxorio”.

 

Nello stesso tempo, però, la scrivente è scettica circa i risultati finali di questa battaglia alla luce di una sua esperienza personale conclusasi qualche mese fa in modo certamente non positivo.. Per circa mezzo secolo la sottoscritta ha convissuto “more uxorio”, condividendo gli stenti ed i sacrifici di una coppia di poveri popolani in pieno dopoguerra. La scrivente ha sempre e solo badato alle faccende domestiche e alla coltivazione di un piccolo appezzamento di terreno vivendo di proventi del modesto stipendio del convivente insieme al quale, ha, tra l’altro, provveduto al mantenimento e all’educazione del figlio nato dalla loro unione. In data 6 dicembre 2001 il proprio convivente, all’epoca pensionato delle ferrovie dello Stato, passava a miglior vita sicchè, tenuto conto che l’unico provento della sottoscritta era rappresentato dalla pensione del marito oltre alla sua irrisoria pensione di coltivatrice diretta ammontante a poco più di 400 euro mensili, ha chiesto all’Inps la reversibilità della pensione sino alla riscossa del defunto. Come si rileverà dagli allegati atti, l’Inps di Avellino rigettava la richiesta di reversibilità anche nonostante un’opposizione promossa con relative certificazioni. Non certamente ed ovviamente soddisfatta, la scrivente adiva le vie legali e, in particolare, la sezione lavoro e previdenza del Tribunale, attraverso un giudice onorario si pronunciava a sfavore della sua istanza pur riconoscendo il lunghissimo periodo di convivenza e la rilevanza sociale del rapporto che però non consentivano all’unione di fatto tra essi di assurgere a dignità di matrimonio regolarmente contratto. E’ questa giustizia?

Non c’è nulla da aggiungere ad una denuncia così pacata ed argomentata. La signora non solo è considerata una “peccatrice” dalla chiesa ma è punita anche dallo Stato che, attraverso leggi arretrate e conservatrici, le nega la pensione di reversibilità del compagno di una vita, di fatto un “vero” marito. Il 23 ottobre 2002, sottoscritta da tutti i parlamentari del gruppo di Rifondazione Comunista e di alcuni altri gruppi (Ds-PdCI) è stata presentata una proposta di legge “norme in materia di unione civile, di unione registrata, convivenze di fatto, adozioni e sull’eguaglianza giuridica dei coniugi”. L’art. 18 della proposta (conseguenze previdenziali e pensionistiche dell’unione civile estende il diritto alla reversibilità alle coppie di fatto.

 

Data documento: 
Sabato, 24 Aprile 2004