2004 - Perchè tanti fondi di pensione?

 

PERCHE’ TANTI FONDI PENSIONE E NON UNO SOLO PRESSO L’INPS? – Sono un lavoratore con circa 23 anni di anzianità, con le ultime riforme la maturazione della mia pensione è stata ridotta di almeno un 40% (retributivo/contributivo). Lo Stato, assieme ai sindacati hanno trovato la bellissima soluzione delle cosiddette pensioni integrative, non un nuovo fondo a cui versare i nostri soldi, ma bensì circa un centinaio di nuovi baracconi dove ogni dipendente in base al suo contratto di lavoro dovrà versare, se aderisce, i propri soldi.

 Prima di tutto c’è da dire che nel caso in cui l’azienda per vari motivi non versi le cifre dovute la pensione non matura, al contrario dell’Inps, il TFR dei nuovi assunti è stato cancellato (non sono pochi soldi) e le trattenute sono aumentate sia per il dipendente che per l’azienda. A parte questo, da molto tempo mi sono chiesto questa domanda che nessuno (nemmeno i sindacati di zona) mi ha saputo rispondere: perché sono stati creati tanti nuovi fondi pensione, con regole diverse, con sedi diverse, con nuovi responsabili, con nuove segreterie, con nuovi siti internet, con nuove bollette del gas, luce, acqua da pagare, quando invece avevamo il vecchio Inps dove ormai tutti questi costi erano assorbiti e non c’era altro da fare che versare una parte del TFR e ripristinare quello che avevamo purtroppo perduto con il minimo costo?

Fino al 1995, prima del varo della legge Dini sulle pensioni, erano pochi i lavoratori che avevano attivato polizze per una pensione integrativa. Il sistema pensionistico pubblico garantiva un rendimento calcolato sul salario degli ultimi anni, con 40 anni di contributi si poteva contare su una pensione pari all’80% del salario e questa garanzia non invogliava, anzi scoraggiava dall’affidarsi alle assicurazioni per tutelarsi in vecchiaia. La legge del 1995, concordata con i sindacati manda tutti in pensione più vecchi e con una pensione più bassa. Si è incentivata la cosiddetta “gamba previdenziale privata”. Per sopperire alla minor protezione pubblica sono nati i fondi pensione di categoria cogestiti dalle imprese e dai sindacati. L’adesione ai fondi formalmente non è obbligatoria ma attraverso gli incentivi fiscali, le quote di salario che nei contratti vengono destinati ai fondi e con le proposte del governo sul TFR di fatto la previdenza integrativa diventa obbligatori. L’analisi che fai dei costi è giusta. Le spese di gestione dell’Inps sono il 2% delle entrate dell’Istituto, mentre quelle dei fondi integrativi vanno dall’8 al 15. Attualmente i contributi versati all’Inps ammontano al 32,7% di cui l’8,89% è a carico del lavoratore. Quanto viene versato ai fondi è circa il 12% del salario tra quote contrattuali e TFR. Se venisse conferito all’Inps si salverebbero le pensioni di anzianità, il sistema di calcolo retributivo e si potrebbe aumentare consistentemente tutte le pensioni. A rimetterci sono i lavoratori che per tentare di garantirsi una vecchiaia serena devono spendere di più e lo Stato che rinuncia ad entrate fiscali. A guadagnarci i mercati e la speculazione finanziaria.

 

Data documento: 
Domenica, 4 Aprile 2004