1993 Articolo per Liberazione

FURTO DI STATO - LO SCIPPO A DANNO DI MILIONI DI PENSIONATI

Le pensioni al di sotto del milione di lire lorde al mese verranno aumentate dal 1 luglio 1994 di circa 5.000.

Le pensioni cosiddette di annata percepite da coloro che sono andati in pensione nel periodo 1 luglio '82 - 31 dicembre '88 saranno aumentate dal 1 luglio '94 di circa 60.000 lire al mese lorde. Il costo dell'operazione è di 620 miliardi.

 

La prima verità

Il governo non ha concesso nemmeno una lira in quanto un accordo coi sindacati prevedeva la salvaguardia dal 1.1.94 a tutti i pensionati dell'importo della pensione sulla base dell'indice medio Istat per il costo della vita rispetto al tasso di inflazione programmata che per il '93 era pari a 3,5%.

Ebbene, hanno negato l'applicazione di questo accordo a quegli anziani che percepiscono una pensione superiore al milione al mese e l'hanno rinviata di 6 mesi per quelli che percepiscono meno di 1 milione. E' stato commesso uno scippo legale e sono stati umiliati i sindacati dei pensionati e le loro confederazioni che avevano sottoscritto l'accordo.

 

La seconda verità

La legge n. 59 del 27 febbraio '91, anche se gradualmente - tre anni - sanava la vergogna dei mancati adeguamenti delle pensioni con decorrenza anche '88. Ebbene anche a quei pensionati viene scippata, per sei mesi, la corresponsione dell'ultima rata dell'adeguamento.

La rivalutazione delle pensioni di annata era stata ottenuta dopo anni di lotte e definita con i loro sindacati e confederazioni. Anche in questo caso si è umiliato il sindacato, violentato una norma di legge, si sono presi in giro i pensionati scippando legalmente il dovuto.

La legge finanziaria che contiene queste norme è stata approvata al Senato con l'astensione del PDS. A giorni verrà discussa alla Camera e in quella sede si può rimetterla in discussione e cancellare questa vergogna, ma ciò è possibile se Rifondazione Comunista non sarà lasciata sola a difendere i pensionati.

Per il governo qualche centinaia di miliardi in più, rispetto a 620 stanziati per applicare leggi dello Stato e gli accordi sindacali, sono diventati questione d i vita o di morte … e così, ancora una volta, pagano i deboli.

Le cronache ci parlano del suicidio di lavoratori disperati per la perdita del posto di lavoro. La revoca ci un modesto assegno di invalidità da parte dell'Inps ha portato un disoccupato sardo a togliersi la vita.

Episodi così drammatici non possono diventare momento di passeggera commiserazione, vanno denunciati come portato del massacro sociale in atto, come responsabilità del sistema.

Bisogna agire con la lotta. Di fronte al comportamento del governo sulle pensioni la lotta dei pensionati deve essere sostenuta con grande determinazione per il suo valore sociale ideale.

 

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Venerdì, 1 Gennaio 1993