1979 marzo - Riunione regionali

Nella riunione dei segretari regionali del 30 gennaio affrontammo alcune questioni che riassumo:

  1. il 1979, in base ad alcune leggi approvate dal Parlamento (riforma sanitaria - 382) e agli accordi governo/sindacati in materia di pensioni e previdenza, diveniva un anno decisivo per i problemi della sicurezza sociale.

    Rilevammo resistenze e difficoltà ad applicare le leggi approvate e un insufficiente impegno del sindacato ad intervenire su queste questioni: anche le piattaforme contrattuali non si saldavano in modo organico con queste tematiche. Esprimemmo preoccupazioni e convenimmo di produrre iniziative

  2. riforma delle strutture organizzative, ponendoci l'obiettivo di essere presenti nel dibattito per confermare la scelta della "zona" e della "regione" come recupero della confederalità dell'iniziativa e della lotta del movimento operaio. La regionalizzazione dei bilanci ed i programmi regionali sono stati un atto concreto, anticipatore, a sostegno di questa scelta. Il punto, il nodo politico, è come ci rapportiamo, cosa vogliamo essere rispetto alla zona e alla struttura regionale del sindacato. Deve esserci una struttura dell'Inca o del patronato o una struttura, uno strumento del sindacato che assumendo la politica della sicurezza sociale, assume anche la tutela individuale e collettiva?

  3. L'unità: giudizio positivo del CD del 10 gennaio e sulla scelta di unificare l'attività tecnica, architrave del nostro lavoro e sul programma che ne era scaturito in particolare per l'omogeneizzazione. Sottolineammo il valore di queste scelte e le considerammo un volano per un rilancio complessivo del processo unitario tra i patronati.

Tre le direttrici di lavoro, ma indicammo anche alcune iniziative e vogliamo verificarne l'attuazione:

    • dopo non facili discussioni si giunge il 19 e 20 aprile al convegno nazionale sulla 382 che, nei fatti, si è trasformato nel ruolo del patronato rispetto al servizio socio sanitario

    • il 4/5/6 a Pescara è organizzato, di fronte all'impossibilità di farlo unitariamente, un nostro convegno sull'emigrazione: oltre a tentare di precisare linee di intervento puntiamo a costruire un raccordo tra uffici esteri e strutture italiane per le pratiche in convenzione

    • abbiamo attuato, nei tempi definiti, il programma (seminari e regionali) per l'omogeneizzazione e si sta procedendo a definire le procedure, la modulistica, gli informativi e la carta della sicurezza sociale

    • si sono svolti i corsi di una settimana ad Ariccia: 363 partecipanti, 128 compagne. Risultato rilevante, reso ancor più positivo dal livello del dibattito, dalla tensione politica mostrata, dalla volontà ad impegnarsi a far avanzare gli obiettivi che ci siamo posti

    • Infine insistemmo per l'attuazione di programmi regionali, sia per la struttura del regionale, come per la formazione, l'attività verso il pubblico impiego, le convenzioni internazionali, l'iniziativa politica. E' questo un capitolo da verificare.

    • le attività di questi due mesi confermano la validità delle nostre scelte: unità, sicurezza sociale, riforma organizzativa. Ne consegue che occorre, su queste questioni, lavorare, spingere, lottare. Vediamole:

a) sicurezza sociale - il convegno unitario nazionale è importante, ma affronta solo alcuni aspetti, in particolare, ripeto, la costruzione del servizio socio sanitario e delle D.S.L.

b) vanno qui segnalati due problemi, il primo si tenta di rinviare di un anno l'attuazione dello R.S.. Ciò incrinerebbe i contenuti innovatori della 382 e probabilmente porterebbe all'affossamento di alcuni principi veramente riformatori della stessa R.S. ed in particolare dal 1 gennaio 1980 tutti i cittadini avrebbero dovuto avere l'assistenza sanitaria gratuita; le USL, strutture di base, per la prevenzione, la cura e la riabilitazione;un programma di strutture sanitarie, quindi il mezzogiorno. In materia pensionistica le misure qualificanti non sono state approvate, anzi accrescono le resistenze. E' grave! E' possibile collegare queste questioni, in termini concreti, a quelle contrattuali su cui sono impegnati milioni di lavoratori? 200,000 metalmeccanici a Milano: perché solo la prima parte della piattaforma parla del controllo e del mezzogiorno? E' possibile enfatizzare la parte della piattaforma relativa alla salute per collegare la fabbrica al territorio, cioè alla riforma sanitaria? Si tratta di moltiplicare - e ce ne sono tante - l e iniziative nelle regioni e nelle zone, con le categorie ed anche amplificarle con la propaganda. Come si concretizzano, su queste materie, i programmi regionali? Alcuni provvedimenti sono stati già varati. Ad esempio la ricongiunzione dei periodi assicurativi, i condoni, le norme del decreto 6 luglio '78 che obbliga i datori di lavoro a presentare la denuncia nominativa all'Inps, dei lavoratori occupati e le relative retribuzioni e a consegnarne copia al lavoratore. A volte sono interventi di tutela semplici, come i condoni, a volte più complessi come nel caso della ricongiunzione. A proposito della ricongiunzione vi chiediamo un'informazione precisa in quanto si ha la sensazione di difficoltà e di un ritardo. Ci preme sottolineare, rispetto alla tutela individuale, tre questioni:

  1. i nuovi provvedimenti creano e aumentano l'esigenza di tutela

  2. è possibile (ricongiunzione - estratti conto) far assumere un impegno diretto , specie nei luoghi di lavoro, al sindacato, a far si che anche semplici adempimenti, scelta del medico, diventino momento di iniziativa politica. Propaganda: costruzione di vertenze, iniziative, contatti di massa

  3. Ritengo sbaglino quelle strutture sindacali che non valutano anche la semplice esigenza del lavoratore: mi riferisco ad esempio all'equo canone, al fisco, alle integrazioni , ai versamenti volontari. Non ci si lamenti poi dei faccendieri, di patronati solleciti, delle parrocchie!

Nessuna concessione a chi considera la pratica inutile e burocratica! Non abbiamo ancora la statistica del 1978, ma un dato vero è il confronto tra le domande presentate all'Inps nel 1977 e quelle presentate nel 1978. L'Inca passa dal 19,2 al 18%, l'Ital dal 5 al 4,4%, l'Inas dal 13,5 al 12,5%, le Acli dal 13,9, all'11,7%. I senza patronato aumentano del 7% . Riforma delle strutture. Non credo che qui si debbano ripetere i motivi politici che determinano tale scelta: si tratta di far assumere alla classe operaia sempre più una funzione nazionale, si tratta di costruire una programmazione dal basso, si tratta di riaggregare larghe masse, intervenendo sul territorio. Si tratta di affrontare i grandi nodi della società per essere, come sindacato, protagonisti del rinnovamento.

I tre consigli generali hanno congelato la situazione. La Cgil ha rinviato in autunno i congressi regionali. Questi mesi che ci separano dai congressi vanno utilizzati per irrobustire e concretizzare le scelte già programmate. Più chiaramente: la struttura regionale (apparato, segreteria, organismi dirigenti, settori di lavoro, formazione, iniziative). Lo stesso discorso vale per le zone. Per le zone: 360 compagni sono venuti ai corsi, quali problemi pongono? Intanto si sentono "quadri confederali" meno emarginati o separati di quelli provinciali, in particolare nel Sud. Soffrono del diaframma provinciale, non hanno partecipato, in larga parte, all'elaborazione dei bilanci e dei programmi regionali. Vogliono impegnarsi di più e credono al patronato sindacale, ma vogliono anche contare, cioè non accettano "il direttore". Sono quadri giovani, molte donne, hanno tensione ideale notevole.

Il nodo da risolvere è l'istituzione di rapporti diretti fra regionali e zone. Concretamente come coinvolgere e responsabilizzare:

  1. programmi di iniziative regionali, ma articolati nelle zone (mappe di rischio)

  2. assemblee regionali dei quadri

  3. iniziative che mettono in contatto quadri di patronato e di sindacato.

E' con i compagni delle zone che costruiamo il nuovo patronato, quello provinciale è più anziano, più stanco, più burocratizzato.

L'unità: i consigli generali Cgil, Cisl, Uil non hanno rilanciato il processo, hanno rinviato un discorso che punta a dare alla federazione uno spazio proprio rispetto alla categoria. Come patronati, ripeto col CD del 10, abbiamo determinato un passo in avanti di qualità con l'unificazione del tecnico. Dobbiamo sapere che è una battaglia e che esplodono contraddizioni. Questo è già capitato con la ricongiunzione e capiterà in molte realtà territoriali. Per l'unificazione del settore tecnico, al di là dei miglioramenti e del rafforzamento del centro, del rapporto tra centro unitario e rispettivi patronati c'è un nodo da sciogliere ed è quello rappresentato da quanto unificato al centro e lo stato unitario, sul terreno operativo in periferia. Per l'omogeneizzazione, con la sospensione della distribuzione della carta della sicurezza l'Inas ha dato prova della sua volontà, così con la sperimentazione a Torino Inas e Ital dimostrano di voler camminare con serietà e correttezza. Anche per il CD dobbiamo sapere che non tutto è facile. Ci sono riserve anche dei nostri compagni di cui la più rilevante è quella del finanziamento: "che succederà all'Inca con il finanziamento nel 1981?" Credo che nel corso del 1979 dovremo avviare il dibattito, ma sin da ora affermare che non continueremo a basarci esclusivamente sui risultati statistici. Due sono le questioni politiche: 1 - l'omogeneizzazione punta ad una estesa attività promozionale, la carta della sicurezza, gli informativi da dare al lavoratore, una tutela permanente e dati politici al sindacato per costruire vertenze e lotte. Come possiamo evitare che l'operazione si riduca ad un semplice fatto tecnico? Va aperto il dibattito con il sindacato e con esso, ad ogni livello, preparata l'iniziativa nei luoghi di lavoro. 2 - l'omogeneizzazione, il progetto attuativo prevede le assemblee periodiche degli apaprati, i gruppi di lavoro, l'operatore unico, lo scambio degli operatori, l'unificazione o il coordinamento dell'attività medica, lo scambio della statistica, l'attività formativa. Come si sta sviluppando questa attività? Come investiamo su queste questioni? Il nuovo nella sicurezza sociale, la riforma organizzativa, l'unità, li stiamo affrontando in un momento sindacale e politco difficile. La rottura della solidarietà democratica, le elezioni anticipate, peseranno negativamente rispetto agli obiettivi dell'Eur. Il sindacato conferma l'esigenza d un programma che operi per superare l'emergenza economica e finanziaria, quella sociale, quella dell'ordine democratico. l sindacato sottolinea la validità di un quadro di collaborazione e solidarietà democratica da esprimere con gli equilibri più idonei e avanzati. Il sindacato vuole un interlocutore reale: come ricorderete la federazione aveva proclamato lo sciopero generale per l'assonnarsi delle inadempienze (legge giovani, riconversione industriale, sindacato di polizia, patti agrari, pensioni, mezzogiorno, ecc.) L'acuirsi della resistenza padronale in particolare sulla prima parte dei contratti e cioè il controllo e gli investimenti. Alcune categorie sono già in lotta (edili, braccianti, metalmeccanici). Ripresa dell'inflazione, a maggio si parla di 7/8 scatti di contingenza. Ci sono settori come la chimica, sconvolti dalla crisi, l'occupazione è in regresso. Il 1978 si è chiuso con un forte avanzo del bilancio, con un aumento della produzione, ma la situazione per alcuni settori, per il Sud, per l'occupazione, permane gravissima. Il sindacato incontra difficoltà ad allineare alcuni settori del mondo del lavoro nell'impegno sulla linea dell'Eur, basterebbe (senza pensare ai dirigenti d'impresa) ricordare quello che sta avvenendo negli aeroporti. Tra l'altro non è facile, attorno alle scelte dell'Eur, organizzare quella mobilitazione territoriale dei disoccupati, di vaste masse del Sud. Ancora non si è creata una efficace, puntuale, reale saldatura tra le lotte di fabbrica e di categoria per sciogliere i nodi della crisi ed i problemi che travolgono la società.

 

Momento difficile ma anche l'occasione per un grande recupero di credibilità del sindacato, di rilancio unitario e delle proposte di cambiamento di cui siamo portatori. Vi proponiamo, prima delle elezioni, di andare a riunioni regionali per unq messa a punto complessiva dei programmi sulla base di una verifica precisa e sulla base delle osservazioni e indicazioni che usciranno da questa riunione.

 

Data documento: 
Giovedì, 1 Marzo 1979
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