1977 - Lettera

LETTERA ALL'ENPAIA (ENTE NAZIONALE DI PREVIDENZA PER GLI ADDETTI E IMPIEGATI IN AGRICOLTURA)

in occasione della nomina del nuovo presidente - (Sante era stato nominato nel Consiglio di Amministrazione per la Federbraccianti)

On.li Consiglieri, Sig. Presidente, On. Ministro

le sottolineature, le osservazioni e le proposte che brevemente motiverò, non vorrei venissero considerate un attacco al nuovo presidente la cui opera nell'Ente, credo onestamente nessuno di noi consiglieri sia in grado di giudicare. Mi auguro che l'opera del nuovo presidente sia imparziale e corretta nei confronti degli assistiti, del personale dipendente nell'interesse più in generale del Paese.

Il periodo della lottizzazione del potere, del corporativismo, del sottogoverno, della discriminazione (la Cgil è entrata in questo Consiglio solo da pochi mesi) è noto che in Italia non è ancora completamente liquidato, è duro a morire, ma nell'interesse della democrazia è necessario che finisca.

Voglio perciò sperare che la nomina dei rappresentanti nel Cral aziendale, avvenuta da parte del nuovo presidente, senza consultare almeno uno dei sindacati presenti in azienda, la Uil (come è noto la Cgil è assente anche se ancora per pochi giorni) sia un incidente e non l'espressione di una volontà prevaricatrice.

L'Enpaia, come è noto, è un ente con il bilancio in attivo. Nel corso del 1977 investirà circa 21 miliardi, di questi almeno 5 per l'acquisto di immobili. Chiedo formalmente che per quanto riguarda gli investimenti immobiliari siano aumentati il più possibile e che tali investimenti si realizzino in accordo con il Comune di Roma a favore dell'edilizia economica e popolare.

Propongo, inoltre, che non siano più concessi mutui a privati - non mi riferisco agli assistiti o ai dipendenti dell'ente, ovviamente - e che le disponibilità finanziarie recuperate vengano messe a disposizione della collettività tramite l'ente locale.

Certo si tratta di pochi miliardi, ma come un sorso d'acqua è meglio di niente per l'assetato, così una somma di denaro, anche se esigua, può dare un modesto aiuto agli enti locali, come è noto, non riescono a far fronte a problemi come quelli di case, scuole, servizi, la cui risoluzione è necessaria per dare alle città una dimensione più umana.

Infine credo che i sigg. consiglieri e il presidente dell'ente debbano assumersi, come impegno prioritario, quello di avviare lo scioglimento dell'ente stesso. Infatti la riforma sanitaria sottrarrà all'ente altri compiti, oltre a quelli relativi all'assistenza ospedaliera, già di competenza della Regione. Come è poi a tutti noto i sindacati, come hanno già fatto con l'istituto della scala mobile, ritengono che si debba eliminare ogni "privilegio" aggiuntivo concesso da certi enti, chiaramente corporativi - l'Enpaia è uno di questi istituti - di cui beneficiano particolari gruppi o categorie di lavoratori.

I motivi della richiesta di procedere allo scioglimento dell'ente sono ovvi e noti, credo sia inutile ripeterli. Ritengo che l'0avvio di una profonda riforma di tutto il sistema previdenziale e assistenziale, oltre ad essere sempre più una necessità per superare la crisi economica, rappresenti una scelta morale, civile, solidaristica, anche ideale, in quanto fa si che di fronte alla malattia, alla disgrazia, alla vecchiaia tutti i lavoratori siano il più possibile eguali.

E' ovvio che nell'eliminazione dell'Enpaia, occorreranno gradualità e ricerca di soluzioni che non ledano i diritti maturati dagli assistiti e dai dipendenti, soluzioni di ricercare con le organizzazioni sindacali. L'ente non si occupa solo di previdenza e assistenza, ma tesorizza l'indennità di anzianità e gestisce un fondo aggiuntivo di previdenza.

Quando dico sindacali non dimentico i cosiddetti agricoltori o imprenditori o agrari che l'ente assiste, perché non dirlo, sulla base di una prassi corporativa che certamente ha origini molto lontane.

Mi auguro che l'intero consiglio e il nuovo presidente, in tempi brevi, vorranno discutere, approfondire e accogliere la sostanza di queste proposte. Credo che l'On. Ministro comprenderà il senso di queste proposte e vorrà confermare l'impegno del governo a riordinare la materia previdenziale unificando gli enti preposti all'esazione dei contributi e alle erogazioni delle prestazioni.

La discusisone è già in atto per lo scioglimento di enti, come lo Scau, mentre siamo in presenza di proposte che tolgono ad esempio all'Enpaia compiti di istituto fondamentali come sono le prestazioni sanitarie, per questo è ovvio che lo scioglimento dell'Enpaia deve essere avviato.

 

Sante Moretti

 

Roma, 22 marzo 1977

 

 

Data documento: 
Martedì, 22 Marzo 1977
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