1974 - Intervento

Federbraccianti - Riunione Regionale Sardegna - Intervento conclusivo

appunti

 

Il successo della vertenza Sardegna dipende da alcuni fattori ben precisi:

  • la capacità che gli obiettivi, posti alla sua base, hanno di creare una mobilitazione eccezionale e continua

  • la possibilità che sulla vertenza si crei un fronte sociale e politico molto vasto

  • la demarcazione che crea tra padronato e lavoratori: deve essere una discriminante (lotta)

  • modificazioni precise all'indirizzo economico sociale e politico generale.

 

Mi pare si possano, intanto, dire due cose:

    1. vertenza concreta, mobilitazione, capace di unità (sciopero del '29)

    2. vertenza che spinge avanti il disegno generale del sindacato (i sei punti dello sciopero del '27)

 

Al centro, o parte importante della vertenza, è l'agricoltura.

I braccianti che ruolo devono giocare? La partecipazione allo sciopero generale è insufficiente?

Questo credo sia la questione che ha reso necessaria questa riunione.

Siamo di fronte ad una crisi alimentare che colpisce il Paese. Crisi che ha causato un gravoso deficit alla banca dei pagamenti, che ha allarmato l'opinione pubblica, per responsabilità degli agrari, delle scelte dei governi (incentivi), la crisi (imposta) dell'azienda contadina.

Ferrari Agradi ha affrontato, angosciato, queste questioni, ma non si sono prese misure serie. La sensazione è che ci si preoccupi solo della bilancia dei pagamenti.

Far divenire (ecco il punto) l'agricoltura un volano dello sviluppo economico, un'agricoltura industrializzata e rinnovata! Il Piano Sardegna ha questo in sé.

Canadà, America, la crisi monetaria dei cereali, il rialzo dei prezzi, la crisi petrolifera sono verità, fatti che calano su un'economia debole.

Due linee: una che vuole sanare la banca dei pagamenti diminuendo il tenore di vita, i consumi, pensioni, occupazione. L'altra che propone di mettere in moto tutte le risorse produttive del Paese a cominciare dalla terra per aumentare la produzione, qualificare i consumi, realizzare le riforme, potenziare la Democrazia.

La crisi di governo si colloca qui a questo punto dello scontro.

La Malfa (uomo del partito americano) ha preso a pretesto la definizione del prestito per riproporre il ricatto sulla spesa pubblica. Ha strumentalizzato lo sciopero generale.

La soluzione della crisi deve essere rapida, al di là delle formule che pur sono importanti, si andrà visino ad un programma di emergenza, si scioglieranno alcuni nodi del "modello di sviluppo". Anzi le misure di emergenza devono già indicare - dare il segno - che si cambia direzione di marcia. Vogliamo nel sindacato un interlocutore serio.

Dobbiamo guardare alla condizione reale dei lavoratori. Ci sono gli agrari in Sardegna? Una manodopera che invecchia e due grandi comparti: gli uomini sotto i 50 anni quasi stabilmente occupati, le donne con soli 50/100 giorni

Vanno fatte battaglie per il rinnovo dei contratti di Cagliari e Nuoro. Per le donne: la qualifica, il sottosalario, il servizio sociale. Va organizzata una conferenza in Sardegna entro il 10 aprile!

Patto nazionale: l'altro punto è come concretamente nelle zone agrarie realizziamo alcuni obiettivi: articoliamo la vertenza Sardegna!

Risorse: acqua è una, la terra è un'altra - Lotte concrete

Piano pastorizia - piano rimboschimento: come passiamo dal cantiere di disoccupazione al "bosco ad uso produttivo"? Come il pascolo si rende produttivo?

Questioni della civiltà: case, scuole, asili, trasporti. Un pacchetto di rivendicazioni che facciamo vivere zona per zona. Su queste linee si può costruire l'unità coni contadini.

Un ultimo punto da valutare: il piano sardo, la legge per la pastorizia parlano di cooperative, di associazionismo. Ma significa anche accettare di gestire. Come possiamo dire NO ai privati, NO agli speculatori se quei finanziamenti rimangono fermi?

Associazionismo contadino ma anche bracciantile, campo su cui si fanno esperienze e si avanza con coraggio.

Le questioni da me poste ed emerse nel dibattito pongono problemi di tempi, di programmi, di costruzione di iniziative di lotta.

Con la costituzione del Regionale diamo un contributo ad andare in questa direzione:

  • definire alcune precise rivendicazioni in ordine ai problemi di sviluppo nell'ambito del piano

  • precisare alcune iniziative da far crescere collegate al piano della pastorizia e della foresteria

  • affrontare gli agrari nelle aziende e a livello provinciale.

 

Darsi alcuni obiettivi e tempi di lotta:

  • 150 vertenze aziendali

  • scioperi di settore

  • convegno regionale lavoratori

  • iniziative zonali

  • dare risposte precise alla categoria ed essere parte dell'azione generale del sindacato, ma in modo concreto!

 

Data documento: 
Lunedì, 11 Marzo 1974
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