1973 - Intervento

Relazione al CD Federbraccianti (data ipotizzata 10 dicembre 1973)

Abbiamo concluso il tesseramento 1973 con un risultato che definirei “interlocutorio”.

407.500 iscritti confermano la vitalità e la forza della nostra organizzazione, ma anche l'incapacità a realizzare il grande balzo avanti. Balzo possibile! E tale ritenuto da tutti.

Fatta questa osservazione, valida per il Nord, il Centro e il Sud d'Italia, è necessario, più che soffermarsi sull'analisi del passato (che va fatta nelle singole province) guardare al 1974.

Il 1974 deve e può essere l'anno del grande balzo avanti se sapremo utilizzare bene lo strumento della delega sul sussidio ordinario e speciale per gli avventizi.

 

Tesseramento 1974

Puntiamo ad aumentare di 90/100.000 gli iscritti alla Federbraccianti. E' questo un obiettivo possibile se si valuta che almeno il 50% della categoria non ha alcun tipo di collegamento con i patronati e i sindacati confederali.

La delega per gli avventizi è l'occasione, lo strumento, vorrei dire la miccia, che ci deve spingere a compiere un salto in avanti.

Con la delega vogliamo realizzare un eccezionale “fatto sindacale”.

 

Fatto sindacale

Una campagna eccezionale, qualcuno dice “elettorale” per far conoscere a migliaia di lavoratori le rivendicazioni, le linee, le politiche del sindacato, gli obiettivi categoriali e quelli confederali.

Una campagna che riporta il sindacato nei cento e cento comuni dove è assente, che lo fa vivere nelle località dove la sua presenza è simbolica, che lo qualifica e rilancia in tutto il Paese.

Ciò signfica che tesseramento con delega, propaganda e lotte, devono camminare di pari passo: un impegno eccezionale, quindi, uno sforzo complessivo di tutta la Federbraccianti, ma anche delle Camere del Lavoro e dell'Inca.

Significa anche impegno a far godere a tutti il diritto alla disoccupazione e alle altre prestazioni previdenziali, cancellando lo sconcio dei 200/250.000 che perdono il diritto.

 

Delega, fatto politico

Chi riteneva che la delega avrebbe concorso a burocratizzare il sindacato, oggi si sta ricredendosi: la delega è di fatto un modo per mutare, nel profondo, il sindacato.

Non è un fatto amministrativo, non un sasso buttato in uno stagno. NO, è la rottura di tutti gli equilibri costruiti nel tempo nelle grosse Leghe, nel rapporto con i lavoratori: tra Camere del Lavoro e Leghe, tra Camere del Lavoro e sindacati provinciali, tra sindacato e Inca.

Tutte le nostre strutture, m anche quelle della Cgil e dell'Inca (specie al Sud) vengono messe alla prova, verificate in maniera rigorosa. Non solo, ma i vuoti vengono in luce clamorosamente come al pettine i nodi, i ritardi, i disorientamenti.

Fatto politico anche in relazione al confronto con la Fisba: confronto diretto, politico. Responsabilità verso il movimento sindacale complessivo.

 

Insorgono molti problemi

In difficoltà sono le grosse Leghe. Leghe in cui il “vecchio” frena il nuovo e in cui si accumulano i vizi della sufficienza con quelli del quieto vivere e del paternalismo.

Slancio, entusiasmo e risultati li riscontriamo nelle località e nelle province dove stimo ricostruendo il sindacato. Dove avevamo toccato il fondo e negli ultimi anni, pazientemente, abbiamo ricostruito.

La situazione è più pesante a Bari, a Brindisi, a Napoli, a Taranto, in Sicilia che in Calabria, in Sardegna, a Salerno.

E' un momento delicato, interessante ma dipende da noi, dalla fermezza e dall'intelligenza, dalla duttilità e dalla rapidità con cui interveniamo, agiamo e guidiamo questa campagna.

 

 

Gli altri non stanno fermi

La Fisba è scatenata, ma su una linea arretrata, non politica. I vizi del burocratismo, quelli della furbizia tornano negli accordi che stringono coni faccendieri e nella raccolta “truffaldina” della delega. Ma anche nelle Leghe Fisba si apre il dibattito, la polemica, e ciò è salutare.

Intensificare la propaganda sulla delega, far chiarezza, impedire che la delega sia capita dal lavoratore è un primo problema che dobbiamo affrontare. Le deleghe carpite vanno annullate. C'è anche questa possibilità.

L'alleanza dei contadini anch'essa si è scatenata. Il suo comportamento, la sua scelta comportano due ordini di problemi:

  1. una concorrenza spietata in diverse località che giunge a sottrarci i capilega comprandoli

  2. il ritardo nell'approvazione della legge che ci permetterà di riscuotere le deleghe sulla disoccupazione

La risposta, compagni, non può essere la rissa, ma quella politica che, se anche non sarà vincente nell'immediato, lo sarà a lungo andare, nel tempo. In fondo la polemica vera è sulla natura, gli scopi dell'alleanza, la sua e nostra funzione nella categoria.

 

Il nostro modo di lavorare

Registriamo un ritardo nell'inizio del lavoro al Centro/Nord. Ciò non è imputabile solo ai “moduli” di disoccupazione giunti in ritardo. Ciò è imputabile a tre elementi:

  • si considera la delega un fatto, una occasione per i meridionali, dimenticando il valore della linea generale della delega

  • si sopravaluta la propria forza organizzata che comunque è quasi sempre al di sotto del 50% degli addetti

  • non si considerano lavoratori gli avventizi, le donne.

Abbiamo bisogno, per raggiungere i 100.000 di un impegno generale, del Nord e del Sud.

Persistono poi elementi di faciloneria, sottovalutazione della Fisba ed anche dell'intelligenza dei lavoratori.

In questo quadro vanno visti gli accordi con Fisba e Uisba, che hanno fissato quote doppie e triple rispetto agli anni precedenti, le posizioni “punitive” verso i capilega, ecc.

Si tratta di apportare le correzioni, di intervenire politicamente per “correggere”, di dare grande slancio alla campagna stessa.

Faciloneria, mancanza di controllo dell'attività, di piani di lavoro, di obiettivi, di duttilità, di fantasia, sono pericoli gravi che stanno danneggiando questa campagna.

La delega, lo ripeto, non è una scommessa, ma l'occasione per una grande campagna di sindacalizzazione. Non solo, ma un momento di verifica del modo di essere del nostro sindacato, dei suoi gruppi dirigenti, del loro rapporto con i lavoratori.

La delega sta severamente verificando le nostre strutture, quelle del patronato e delle Camere del Lavoro.

Ogni contraddizione viene a nudo e quindi si pone l'esigenza di rafforzare il discorso politico.

Con chiarezza noi riaffermiamo che le maggiori entrate serviranno al movimento, in particolare alla costruzione delle zone, al rinnovamento nostro e confederale.

Nessun discorso amministrativo, per questo vanno combattute tutte quelle tendenze che vorrebbero, in questa fase, centralizzare le entrate, spartirle, prima ancora di averle raccolte.

Si deve perciò riconfermare non solo la garanzia alle Leghe di cospicui ristorni, ma impegnare i lavoratori sulla formulazione dei bilanci. Le entrate devono essere uno stimolo e una crescita del rapporto democratico.

 

Nuovo slancio

Abbiamo concluso la fase di impostazione, già registriamo positivi risultati. Incomincia la seconda fase. E' quella più delicata. Si tratta, infatti, di coprire i vuoti, di cercare tutti i lavoratori, di andare ovunque, di recuperare le nostre deleghe carpiteci. Si tratta di mantenere la pressione propagandistica. Si tratta di insistere per l'impegno dell'Inca e delle Camere del Lavoro. Si tratta di istituire sulle Leghe e gli attivisti un rigido controllo. Si tratta di raccogliere le deleghe e le tessere di tutti i lavoratori, salariati, a tempo indeterminato, da quelli che non hanno diritti alla disoccupazione a quelli che rifiutano la firma della delega.

La seconda fase, proprio perchè difficile, è più delicata.

La settimana di lotta, le iniziative così numerose e ricche realizzate nelle province, sono un'occasione da non perdere. Coloro che ritenevano che la delega bloccasse le iniziative si sono sbagliati ed oggi sappiamo che deleghe, lotte, propaganda, possono camminare di pari passo.

 

Impegno complessivo

Certo, dobbiamo organizzarlo con l'Inca e le Camere del Lavoro, ma in primo luogo tocca a noi. In questo senso si ritiene:

  1. i regionali devono misurarsi in prima persona (ci sono alcuni dubbi)

  2. vanno fatte verifiche in tutte le province, controllate dal centro, ogni settimana

  3. vanno organizzati attivi, riunioni di Lega, permanenze ovunque. E' necessario per recuperare, chiarir, dare slancio

  4. è necessaria la presenza dei dirigenti nazionali (anche non formalizzata)

  5. propaganda, propaganda e ancora propaganda

  6. mezzi: uso pieno di quelli previsti, altri se necessario

Bisogna vincere la battaglia dei 100.000 nuovi iscritti, consapevoli non solo del valore politico dell'operazione, ma del terremoto organizzativo che ciò comporta. Già oggi delega e rinnovamento camminano di pari passo. Nulla dobbiamo frenare di ciò che spinge in avanti il nuovo.

A fronte di questa campagna eccezionale anche per i cospicui mezzi che renderà disponibili per il sindacato, va visto il bilancio di previsione per il 1974.

Con la delega crediamo si stiano creando le condizioni,anche per il Sud, per andare avanti con le proprie forze. Per realizzare un grande rafforzamento del sindacato estendendolo ai cento e cento comuni dove non ci siamo, qualificandolo, rinnovandolo.

Crediamo che l'orgoglio di divenire sufficienti sia tale per cui, già nel 1974, si verifichi un impegno maggiore. Non solo, ma che alcune Federazioni meridionali accettino di non essere più sovvenzionate a favore di altre.

Il problema dell'autosufficienza del Sud aprirà al sindacato la possibilità di “riesaminare” grosse questioni relative a regioni del Centro Italia, ma anche del Piemonte e del Veneto, per realizzare, anche qui, un grande rafforzamento della Federbraccianti.

Il bilancio 1974 è un bilancio di transizione e, come tale, soffre del tradizionale e presenta scarse novità. “Un bilancio facile” dirà qualcuno!

Proponiamo però che in primavera, alla luce del risultato della delega, che si predisponga un “bilancio aggiuntivo” di intervento, in accordo con le Camere del Lavoro e i Regionali della Cgil, per iniziare a concretizzare interventi, specie nelle Zone dove la campagna della delega ci ha ricollocato, per ampliare la costruzione delle Zone.

Seguono presentazione e distribuzione copie del bilancio consuntivo 1973 e preventivo 1974.

 

Data documento: 
Lunedì, 10 Dicembre 1973
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